Il segretario Troise: inflazione sul lato dell’offerta di professionisti non giova al sistema delle cure, né per i costi né per la qualità

“Una inezia in meno rispetto allo scorso anno, tanto da potere lasciar dire che sono in diminuzione, ma ancora in linea con il trend dell’ultimo triennio vicino a 10.000 posti, al netto delle sentenze dei giudici favorite da un lassismo organizzativo di cui nessuno paga pegno”. Così Costantino Troise, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, sul decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca che stabilisce la programmazione definitiva dei posti per le facoltà a numero programmato di area sanitaria.

“Ciò mentre il numero dei posti disponibili per la formazione post laurea necessaria per poter lavorare all’interno del SSN – prosegue Troise – continua ad aggirarsi intorno a 7000, e difficilmente seguirà l’incremento dell’accesso per i noti motivi economici. E le Regioni cominciano a fare le prove di sistemi sanitari con meno medici, le cui competenze trasferire a settori professionali meno costosi. Nel frattempo nessun provvedimento è in vista, nemmeno transitorio, per riassorbire le migliaia di medici destinati a rimanere fuori dalla formazione per molti anni”.

Per il segretario dell’Associazione nazionale dei medici e dirigenti del Ssn si continua, in tal modo, “a mantenere ed alimentare un imbuto formativo che produce medici disoccupati e quell’esercito di riserva di laureati senza specializzazione o formazione in medicina generale in cui pescano contratti atipici e caporalato, anche pubblico, da retribuzioni dai 4 ai 10 euro all’ora, lordi beninteso”.

Troise lamenta che “ancora una volta si è scelto di cedere alle pressioni dell’offerta formativa deliberata dagli atenei, tra l’altro alle prese con organici al minimo storico e sempre più vecchi, ma ancora arroccati in una logica monopolistica”, dopo avere già ceduto a quelle del MIUR e delle Regioni, “che hanno bloccato qualunque tentativo di trasformare, in un modello europeo, studenti in lavoratori, con correlate tutele e diritti, garantendo percorsi formativi a tutti i laureati”.

“Continua il ballo sul Titanic – conclude Troise – mentre cresce una inflazione sul lato della offerta di professionisti che non giova al sistema delle cure, né per i costi né per la qualità. ‘Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole’. E le stelle, tutte, stanno a guardare la cronaca di un disastro sociale annunciato”.

 

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