Il Dicastero di Lungotevere Ripa sollecita con una circolare gli Ordini delle professioni sanitarie a intervenire al fine di scongiurare condotte che ledono il rapporto di fiducia del paziente nei confronti del Sistema sanitario

Stop a foto e selfie in corsia o in sala operatoria. La raccomandazione arriva dalla ‘Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Ssn’ del ministero della Salute, che a fine marzo ha inviato una circolare alle Federazioni nazionali di medici, infermieri, ostetriche e tecnici sanitari di radiologia medica, in cui si sottolinea come ormai siano frequenti le notizie di stampa che segnalano il dilagare del fenomeno della pubblicazione di fotografie e selfie sui social network scattate da parte dei professionisti sanitari durante l’esercizio dell’attività lavorativa.
Tali condotte, secondo quanto riportato nella comunicazione, rischiano di sfociare nella violazione della privacy del paziente, compromettendo l’immagine degli stessi sanitari e incidendo sulla fiducia dei pazienti nei confronti del sistema sanitario. Il ministero, quindi, invita alla riflessione sottolineando l’importanza di contrastare tali avvenimenti e chiedendo ai destinatari della missiva di “farsi parte attiva attraverso l’invio di specifiche raccomandazioni agli Ordini e Collegi professionali nelle quali si evidenzi la problematica sopra esposta e si sottolinei la necessità del rispetto dell’etica professionale”.
L’invito è stato prontamente raccolto dal presidente della FNOMCeO, Roberta Chersevani, che, in una comunicazione ai presidenti degli Ordini provinciali e delle Commissioni per gli iscritti all’Albo degli odontoiatri ha, a sua volta, evidenziato come “per un medico che ha prestato giuramento professionale, appare inaudito realizzare simili comportamenti che violano in modo gravissimo le regole della deontologia professionale”. Chersevani ricorda i passi del giuramento che obbliga il medico ad attenersi a principi morali di umanità e solidarietà, nonché a quelli civili di rispetto dell’autonomia della persona; in particolare sottolineando come il camice bianco non possa in nessun caso abusare del proprio status professionale, e debba mantenere il segreto su tutto ciò di cui è a conoscenza in ragione della propria attività professionale.
“Il medico – afferma Chersevani – può trattare i dati sensibili idonei a rivelare lo stato di salute della persona solo con il consenso informato della stessa o del suo rappresentante legale”. Il presidente FNOMCeO si dice certa che i comportamenti segnalati riguardino una minima parte dei tanti medici positivamente operanti negli ospedali e nelle strutture sanitarie, ma invita comunque “a vigilare su eventuali violazioni della deontologia professionale, affinché non si ripetano in futuro comportamenti come quelli segnalati dal Ministero”.

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui