Ultimo avvertimento anche per Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. In caso di inadempimento entro due mesi, possibile deferimento alla Corte di giustizia UE

C’è anche l’Italia tra i cinque Paesi nel mirino della Commissione europea per le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell’aria per il biossido di azoto (NO 2). Il nostro Paese, assieme a Germania, Francia, Spagna e Regno Unito viene esortato ad agire per garantire una buona qualità dell’aria e salvaguardare la salute pubblica.
Per l’organo esecutivo dell’UE è necessario “compiere maggiori sforzi a livello nazionale, regionale e locale, per adempiere agli obblighi della normativa comunitaria e tutelare la salute pubblica”. Si tratta in realtà di un ultimatum: se gli Stati membri non vi adempiranno entro due mesi, potranno essere deferiti alla Corte di giustizia dell’UE.
Sono più di 400 000, secondo la Commissione, i cittadini che muoiono prematuramente nell’UE ogni anno a causa della scarsa qualità dell’aria. Milioni di persone, inoltre, soffrono di malattie cardiovascolari e respiratorie causate dall’inquinamento atmosferico. Nel 2013 il persistere di elevati livelli di NO2 ha causato quasi 70 000 morti premature in Europa: pressoché tre volte il numero dei decessi causati da incidenti stradali nello stesso anno.
La legislazione europea sulla qualità dell’aria ambiente (direttiva 2008/50/CE) stabilisce valori limite per gli inquinanti atmosferici, tra cui l’NO2; in caso avvengano superamenti, gli Stati membri sono tenuti ad adottare e attuare piani per la qualità dell’aria che stabiliscono misure adeguate a rimediarvi nel più breve tempo possibile. In Italia le zone in cui si riscontrano violazioni persistenti dei valori limite di NO2 sono 12 (tra cui Roma, Milano e Torino), a fronte delle 28 in Germania, 19 in Francia, 16 nel Regno Unito e 3 in Spagna.
Tra le eventuali misure volte a ridurre le emissioni inquinanti – accelerando al tempo stesso la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio – figurano la riduzione globale dei volumi di traffico, i combustibili utilizzati, il passaggio ad autovetture elettriche e/o l’adattamento dei comportamenti al volante. La riduzione delle emissioni dei veicoli diesel, in questo contesto, è un passo importante verso la conformità con gli standard UE in materia di qualità dell’aria.

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