Il TAR Piemonte, su ricorso presentato dallo SMI, ha sospeso la decisione della Giunta Regionale del Piemonte sui ricettari. Onotri: no alla privatizzazione camuffata del servizio sanitario pubblico
No all’ uso dei ricettari da parte di medici non dipendenti o non convenzionati con il Servizio sanitario nazionale. Lo ha stabilito il TAR regionale del Piemonte che ha sospeso ieri la delibera della Giunta Regionale del Piemonte di giugno 2018. Ne dà notizia il Sindacato Medici Italiani, che aveva impugnato la delibera davanti alla Giustizia amministrativa.
“Il ricorso che ho promosso in nome e per conto del sindacato – a patrocinio degli avvocati Alberto Saraceno e Stefano Tarullo di Roma – punta a segnalare prima alla Magistratura Amministrativa, all’opinione pubblica, ai medici e ai pazienti un’odiosa manovra della Regione Piemonte che punta ad una privatizzazione camuffata del servizio sanitario”. E’ quanto dichiara in una nota il segretario generale dello SMI, Pina Onotri.
“Non intendiamo assistere al continuo tentativo della Giunta Regionale del Piemonte di fare d’apripista a progetti di deregulation della sanità pubblica” ,aggiunge il Vicesegretario regionale SMI, Gian Massimo Goria
“La nostra decisione di aver impugnato la delibera regionale piemontese proprio nelle parti in cui estende l’uso dei ricettari – afferma Goria – vuol segnalare agli organi di controllo amministrativo che siamo dinanzi ad una chiara prevalenza di quello che prevede la legge 833/1978 che istituisce il servizio sanitario nazionale. In particolare per quello che riguarda l’assistenza medico-generica e pediatrica che è prestata, sempre, dal personale dipendente o convenzionato del servizio sanitario nazionale operante nelle unità sanitarie locali o nel comune di residenza del cittadino.”
“La nostra azione a difesa della pubblicità del SSN, della tutela dei pazienti e della salute, della centralità del medico nel servizio sanitario pubblico continuerà – conclude Onotri -: in Piemonte così come in tutto il Paese”.
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