Scioglimento dell’unione civile tra due donne: il Tribunale di Pordenone ha ritenuto applicabili i criteri stabiliti in materia di assegno divorzile dalle Sezioni Unite della Cassazione

All’esito del giudizio di scioglimento dell’unione civile tra due donne, il Tribunale di Pordenone ha ritenuto di dover applicare, anche per ragioni di pari trattamento, costituzionalmente orientato, all’assegno di mantenimento posto a carico di una delle due, i criteri stabiliti nella nota sentenza delle Sezioni Unite n. 18287/2018 in tema di assegno divorzile.
In tale occasione i giudici del Supremo Collegio hanno affermato che ai fini del riconoscimento dell’assegno, si deve adottare un criterio composito che “alla luce della valutazione comparativa delle rispettive condizioni economico-patrimoniali, dia particolare rilievo al contributo fornito dall’ex coniuge richiedente alla formazione del patrimonio comune e personale”.
Ebbene, nel caso di specie era assolutamente pacifico lo squilibrio tra le condizioni economico- patrimoniali tra le parti. A tal fine era stato sufficiente richiamare le dichiarazioni dei redditi depositati in atti e la ricostruzione dei rispettivi patrimoni.

La valutazione del giudice di merito

Lo squilibrio, a detta del giudicante, era il risultato delle scelte di vita assunte dalla coppia nel corso della loro relazione e risalenti già alla fase della convivenza “di fatto” preliminare alla celebrazione dell’unione civile, intervenuta subito dopo l’entrata in vigore della Legge Cirinnà.
Ed invero, le modalità di gestione del loro rapporto non erano mutate. Sin dal 2013 e fino alla data di scioglimento della loro unione, le due donne avevano stabilito la propria residenza comune in Pordenone per permettere ad una di loro di continuare a svolgere la propria attività lavorativa e dunque, per coltivare meglio la loro relazione e trascorrere quanto più tempo possibile insieme. Con però aveva comportato per l’altra, di rinunciare al proprio impiego o comunque, ad un lavoro meglio remunerato rispetto a quello attuale.
Per tali ragioni le è stato riconosciuto il diritto ad un assegno di mantenimento quantificato provvisoriamente in euro 350 mensili.

La redazione giuridica

 
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