L’imputato, coinvolto in uno scontro frontale in prossimità di un tunnel, pur rimanendo nella propria corsia di marcia, viaggiava ad una velocità eccessiva
Quattro anni di reclusione. E’ il verdetto emesso nei confronti di un automobilista finito a giudizio per omicidio colposo dopo uno scontro frontale in prossimità di un tunnel, in cui egli stesso era rimasto gravemente ferito, mentre i tre occupanti del veicolo antagonista, tutti operai che si stavano recando a lavoro, avevano trovato la morte.
Il tragico incidente risale al gennaio del 2012. In base alla ricostruzione del sinistro riportata dalla Nazione, il veicolo a bordo del quale viaggiavano le vittime aveva invaso la corsia di marcia opposta prima dell’imbocco di una galleria, proprio nel momento in cui sopraggiungeva l’auto guidata dall’imputato. Quest’ultimo, tuttavia, pur rimanendo nella propria corsia, viaggiava a una velocità di 108 km/h, ben superiore al limite imposto in quella tratta stradale.
Da lì la decisione dei giudici di accogliere la richiesta di condanna avanzata dalle parti civili, riconoscendo “imprudenza, negligenza e colpa specifica consistite nell’aver marciato a velocità eccessiva, nonostante la presenza dei limite di velocità di 70 chilometri orari”. Il tentativo di frenata da parte dell’automobilista fu vano e l’urto inevitabile. Secondo la tesi accusatoria “se avesse rispettato il limite di velocità lo schianto, seppur frontale, non avrebbe portato ad decesso degli occupanti dell’altra auto”.
L’uomo è stato condannato anche a versare ai congiunti delle vittime, una provvisionale di 50 mila euro ciascuno, a titolo di risarcimento del danno subito.
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