Il Centro nazionale sangue ha disposto uno stop alle donazioni per i romani dell’Asl Roma 2 e una quarantena di 5 giorni per le persone a rischio.

Continua l’allarme per il virus chikungunya, dovuto all’aumento dei casi registrati. Attualmente sono 23 i casi accertati nel Lazio, di cui sei a Roma. Questa volta lo stop alle donazioni si dilata notevolmente. Il Centro nazionale sangue ha disposto un fermo per i donatori dell’Asl Roma2, che superano il milione di persone. Ed ha già provveduto a far fronte ad eventuali carenze, attivando le procedure del caso.

I casi di chikungunya a Roma

Di fatto, a Roma, sono stati registrati un numero ristretto di casi di chikungunya, in persone che non avevano soggiornato ad Anzio. E secondo gli esperti dell’Iss, altri casi potrebbero ancora verificarsi. Tuttavia, non bisogna allarmarsi. Gli interventi di disinfestazione e la fine della stagione calda creano le condizioni per il controllo dei focolai già esistenti.
E mentre a livello nazionale i donatori che hanno soggiornato nei comuni interessati dal focolaio saranno sospesi per 28 giorni, scatta l’attenzione anche per il sangue già donato. È infatti prevista una quarantena di 5 giorni per il sangue raccolto nel resto della Regione, se il donatore ha soggiornato nella Asl Roma 2 o ad Anzio.

La gestione dell’emergenza

Dal Centro nazionale sangue arrivano rassicurazioni da parte del direttore, Giancarlo Maria Liumbruno. Di fatto, il Centro ha provveduto ad attivare le procedure per far fronte alle carenze, a Roma.
Si farà quindi fronte ad eventuali carenze attivando le scorte di sangue, messe da parte nel tempo proprio per gestire le maxiemergenze. E sia nel Lazio, che nelle altre regioni, è partita la gara di solidarietà, che sta coinvolgendo le associazioni di donatori in una raccolta straordinaria, in sostegno alla possibile carenza romana.
Ogni mese, sono 15mila le unità di sangue raccolte nella Regione Lazio, di cui 11mila solo a Roma. Un dato da analizzare, tenendo ben presente il gran numero di ricoveri che avviene nella capitale. Calcolando anche la massiccia presenza di migrazione sanitaria che si registra da Sud Italia, negli ospedali romani, e la presenza di 400 pazienti talassemici, che necessitano di trasfusioni periodiche.
 
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