Pubblicati i dati dello Studio Sentieri sull’Ilva di Taranto che fotografa una soluzione allarmante per la salute pubblica

Mortalità generale e malformazioni sopra la media a Taranto. E’ il dato allarmante che emerge dal V rapporto dello Studio Sentieri, pubblicato online da Epidemiologia e prevenzione, rivista dell’Associazione italiana di epidemiologia.

Lo studio relativo allo stato di salute della popolazione residente in 45 siti di interesse nazionale per le bonifiche, analizzato nella finestra temporale dal 2006 al 2013. Per i siti si è analizzato la mortalità, l’ospedalizzazione, e ove il dato era disponibile, l’incidenza oncologica e le malformazioni congenite.

I risultati

Complessivamente nella popolazione generale dei 45 Siti sono state rilevate in otto anni 5.267 morti in eccesso rispetto all’atteso nel genere maschile per tutte le cause (+4%), e 3.375 per tutti i tumori maligni (+3%), rispettivamente 6.725 (+5%) e 1.910 (+2%) nel genere femminile.

Nei 22 Siti serviti da Registri Tumori sono stati stimati in 5 anni (periodi diversi a seconda dei registri nell’arco temporale 2006-2013) 1.220 casi di tumori maligni in eccesso nel genere maschile, 1.425 nel genere femminile (popolazione generale).

In 28 siti serviti da 22 Registri Tumori e 8 Registri Tumori infantili (periodi diversi a seconda dei registri nell’arco temporale 2006-2013) sono stati osservati 1.050 nuovi casi di tumori maligni in bambini, adolescenti e giovani adulti.

Un eccesso di malformazioni congenite è stato osservato nel 50% dei 15 Siti indagati sul periodo 2002-2015: Gela, Laghi di Mantova, Livorno, Manfredonia, Milazzo, Piombino e Taranto, che sono per lo più caratterizzati dalla presenza di attività industriali complesse. Si tratta di patologie molto rare che possono derivare da più cause. Ad esempio a Taranto le malformazioni in eccesso sono 3-4 casi ogni anno e si tratta di anomalie a carico del sistema nervoso e degli arti.

Sebbene – specifica in una nota l’Istituto Superiore di Sanità – le conoscenze disponibili sul profilo tossicologico degli agenti chimici presenti supportano l’ipotesi in alcuni Siti che la documentata contaminazione dell’ambiente abbia giocato un ruolo causale nel determinare alcuni di questi eccessi, la disponibilità di dati di esposizione della popolazione ai contaminanti ambientali è un fattore determinante per poter quantificare le stime di rischio attribuibili alle sorgenti di emissione.

A tal riguardo, si sottolinea che per la prima volta, in alcuni contesti territoriali con alto livello di attenzione sociale, fra i quali Taranto, sono stati costituiti tavoli di lavoro inter-istituzionali per integrare le conoscenze disponibili in ambito ambientale e sanitario e per consentire di affrontare in modo mirato il ruolo delle contaminazioni ambientali nei profili di rischio delle popolazioni che risiedono in tali aree.

Ilva di Taranto

Nel Sin (sito di interesse nazionale) di Taranto, si legge nel rapporto “la mortalità generale e quella relativa ai grandi gruppi è, in entrambi i generi, in eccesso.

Nella popolazione residente risulta in eccesso la mortalità per il tumore del polmone, mesotelioma della pleura e per le malattie dell’apparato respiratorio, in particolare per le malattie respiratorie acute tra gli uomini e quelle croniche tra le donne”.

Quanto all’ospedalizzazione, “in entrambi i generi si osservano eccessi per tutti i grandi gruppi di malattia, a eccezione delle malattie degli apparati respiratorio e urinario. I ricoveri per tumore del polmone e mesotelioma e per malattie respiratorie croniche, a priori associati alle esposizioni industriali del sito, sono in eccesso in entrambi i generi”. Nel report si parla anche di incidenza oncologica. “Tra le cause per le quali vi è a priori un’evidenza sufficiente o limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali nel sito risultano in eccesso, nel periodo considerato, il tumore del polmone nelle donne e il mesotelioma pleurico in entrambi i generi”.

Preoccupante anche lo stato di salute nei più piccoli. “Per il sito di Taranto – si legge nel rapporto – i nati da madri residenti nel periodo 2002-2015 sono stati 25.853; nello stesso periodo sono stati osservati 600 casi con malformazione congenita (MC), con una prevalenza superiore all’atteso calcolato su base regionale (O/A: 109; IC90% 101-116)”.

“I dati che emergono dall’ultimo Rapporto Sentieri, in particolare quelli relativi all’area di Taranto, sono drammatici e non possono essere ignorati – si legge in una nota di Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO).

Non possiamo, come medici, come cittadini, rimanere indifferenti: va data una risposta, subito. Il diritto fondamentale alla salute, del quale, come Ordine dei Medici, siamo garanti, non può essere compresso da nessuna istanza sociale, e neppure da quella, pur nobilissima, del diritto al lavoro”.

“La FNOMCeO ha più volte espresso la sua preoccupazione sulle condizioni sanitarie e di vita, con pesantissime e documentate ricadute sul tessuto sociale, degli abitanti dell’area di Taranto”, aggiunge Anelli.

Commenta i dati anche il Presidente dell’Ordine dei Medici di Taranto, Cosimo Nume

“Attendo di esaminare lo studio con la commissione dell’Ordine appositamente costituita, prima di esprimere valutazioni ufficiali.

Da una prima lettura dei dati, sembrerebbe emergere tuttavia la conferma che l’attenzione dell’Ordine di Taranto alle criticità ambientali del nostro territorio è stata più che opportuna e deve proseguire sempre in maniera istituzionalmente stringente e documentata.

E ogni possibile intervento deve essere invocato e perseguito per garantire che il diritto alla salute dei nostri concittadini venga anteposto ad ogni altra considerazione, più o meno utilitaristica”.

Proposte Fnomceo

Il Coordinatore della Commissione Professione, Salute Ambiente e Sviluppo Economico della Fnomceo, Emanuele Vinci fa considerazioni più specifiche sullo studio.

“Innanzitutto, lo Studio Sentieri si basa su indagini epidemiologiche che poggiano sui dati relativi ai ricoveri ospedalieri, su quelli di mortalità e del registro tumori. Tutti dati, cioè, che si raccolgono quando la malattia è già avanzata e acquisita.

Per una prevenzione più efficace bisogna invece spostare la sorveglianza sanitaria sulle prime fasi della malattia.

Da qui il Progetto Medici sentinella dell’Ambiente, messo in campo dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri (FNOMCeO) e dalla Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE) e approvato dal Ministero della Salute, che consiste in una rete di medici che sorvegliano, sul territorio, le patologie ambiente – correlate”.

“La seconda considerazione è che i dati sul monitoraggio degli inquinanti ambientali e alimentari sono rapportati ai valori soglia dei singoli inquinanti e pesticidi, che sono determinati a livello tossicologico su studi di citotossicità in vivo e in vitro riferiti alla singola sostanza – continua Vinci -.

È intuibile che la sommatoria di tutti gli inquinanti e pesticidi (singolarmente anche sotto soglia) possa provocare danni alla salute e spiegare così gli allarmanti dati epidemiologici, al di sopra delle medie regionali e nazionali”.

“Infine, le procedure di Valutazione del Danno Sanitario (VDS) sono definite ex-post in quanto sono attivate solo se si documentano inquinanti al di sopra dei valori soglia – conclude Vinci -.

Vanno invece attuate le procedure di Valutazione dell’Impatto sulla Salute (VIS), che valutano preventivamente l’esposizione agli inquinanti, e quindi sono attivate indipendentemente dal superamento dei valori soglia”.

L’Istituto Superiore di Sanità chiarisce che è prevista a breve (24 giugno) un’iniziativa interministeriale per informare le istituzioni locali e i soggetti sociali in merito alla relazione fra qualità ambientale e stato di salute e recenti aggiornamenti forniti dai flussi di dati sanitari.

Seguiranno il 4 e il 5 luglio presso l’Istituto Superiore di Sanità due giornate dedicate rispettivamente all’illustrazione del Progetto SENTIERI nel suo complesso, e agli approfondimenti e aggiornamenti relativi al sito di Taranto.

Barbara Zampini

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