Roberto Speranza ha illustrato le linee programmatiche del suo dicastero alle Commissioni riunite Igiene e sanità del Senato e Affari sociali della Camera. Tra le principali esigenze, la riforma del sistema dei ticket e l’intervento sui vincoli assunzionali per far fronte alla carenza di personale sanitario

“Nel 2020 lavorerò sull’ipotesi di revisione del sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini che, a parità di entrate, valuterà l’ipotesi di una redistribuzione del peso della partecipazione in funzione del reddito familiare equivalente”. Così il ministro della Salute Roberto Speranza nell’ intervento volto a illustrare alle Commissioni riunite Igiene e sanità del Senato e Affari sociali della Camera le linee programmatiche del suo dicastero. “Il sistema del ticket – ha aggiunto – necessita di una razionalizzazione, soprattutto dove è iniquo, ad esempio per le famiglie numerose con redditi bassi”. Nelle esenzioni sarà quindi attribuito un peso maggiore al fattore della condizione economica. “Su questo tema – ha annunciato Speranza – ci sarà un collegato alla legge di Bilancio”.

Il Ministro si è poi soffermato sul problema della carenza del personale sanitario, sottolineando la necessità di un intervento sui vincoli assunzionali, al fine di renderli maggiormente flessibili, e di aiutare le Regioni a far fronte alle contingenti esigenze delle proprie reti assistenziali.

Per Speranza occorre poi garantire l’incremento dei contratti statali di formazione medica specialistica.

“Tale indirizzo – ha spiegato – oltre a superare l’imbuto formativo, concorrerà ad affrontare la grave carenza del personale medico aggravato dalla gobba pensionistica, ovvero l’esodo dal Ssn per il pensionamento di medici specializzati”.

“Serve poi garantire – ha aggiunto – una adeguata valorizzazione degli specializzandi all’interno delle reti assistenziali, anche al fine di facilitarne il successivo inserimento lavorativo riducendo i rischio di dispersione dopo la specializzazione”.

Infine, per far fronte all’invecchiamento della popolazione, il Ministro ha ribadito l’esigenza di una riforma dell’assistenza territoriale già avviata, anche attraverso un nuovo ruolo del medico di medicina generale. “E in tale ottica – ha concluso – sarà necessario assicurare la revisione dei contenuti del corso regionale in formazione specifica in Medicina generale in relazione ai mutati scenari sanitari e sociali intervenuti nel tempo”, oltre a “ridisegnare il percorso di formazione e assicurare un set minimo omogeneo di requisiti formativi di qualità indispensabili a garantire livelli uniformi di assistenza”.

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