Trapianti, catena cross-over innescata da donazione di rene samaritana

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Nel giro di 33 ore si sono susseguite donazioni e trapianti incrociando in successione i donatori e i riceventi delle coppie, idonei al trapianto ma tra di loro incompatibili

Un donatore lombardo ha innescato nei giorni scorsi una catena di trapianti incrociati di rene da vivente in modalità cross-over che ha consentito la donazione di quattro organi ad altrettanti riceventi.

Si tratta di un caso di particolare rilevanza perché grazie alla donazione da vivente cross-over è stato possibile incrociare in successione tutti i donatori e i riceventi delle coppie – idonei al trapianto da vivente ma incompatibili tra di loro a livello immunologico o per gruppo sanguigno.

Nel caso in questione la catena è partita con il donatore samaritano, ha coinvolto 3 coppie donatore-ricevente e si è conclusa con il trapianto su un paziente iscritto nella lista d’attesa per ricevere l’organo da donatore cadavere.

E’ la seconda volta in Italia che un singolo donatore privo di legami affettivi con i riceventi decide di donare un proprio rene a scopo di trapianto per salvare la vita di un paziente.

Un gesto altruistico che nel nostro Paese è ammesso solo per il rene, e segue gli indirizzi espressi dal Comitato Nazionale di Bioetica del 23 aprile 2010 e dal Consiglio Superiore di Sanità del 4 maggio 2010, nel rispetto della legge n. 458/67 e del suo regolamento attuativo n. 116 del 16 aprile 2010.

Il donatore samaritano è stato inserito in un programma cross-over di carattere nazionale gestito dal Centro Nazionale Trapianti ed è risultato idoneo a seguito di un iter specifico e scrupoloso che prevede una la valutazione clinica del donatore, una valutazione psicologico/psichiatrica e una valutazione di parte terza che viene compiuta da una commissione nazionale.

Per trovare la catena ideale tra queste 3 coppie è stato necessario progettare una combinazione basata su un primo livello di abbinamento tra donatori e riceventi eseguito dagli esperti del Centro Nazionale Trapianti.

Il laboratorio di tipizzazione tissutale e immunologia dei trapianti del Centro Regionale Trapianti Lazio ha eseguito i test clinici dei campioni di siero dei riceventi con le cellule dei donatori confermando i cross match negativi e quindi l’idoneità della catena.

Lo scorso 5 Luglio il donatore samaritano ha donato il proprio rene in un centro della Lombardia facendo partire una catena, durata 33 ore e mezzo, che ha coinvolto, sotto un unico coordinamento, varie strutture di prelievo e di trapianto degli organi tra cui la Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese Ospedale Santa Maria alle Scotte, l’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Le operazioni hanno visto protagoniste 4 équipes e complessivamente 55 persone tra medici, infermieri, rianimatori e operatori della Polizia di Stato, che hanno assicurato il rapido trasporto degli organi.

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