Troise (Anaao): «Sanità estromessa dall’agenda politica, il Governo ci ignora»

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Le dichiarazioni di Costantino Troise, Segretario del sindacato medici dirigenti, Anaao-Assomed, che a «Responsabile Civile» ha spiegato: «Il Governo deve darci delle risposte, non può lasciarci con i cerini in mano in condizioni di lavoro gravose e rischiose. La politica deve informare i cittadini su cosa intende fare della nostra Sanità pubblica»

Dopo lo sciopero dello scorso 16 dicembre di oltre il 75% dei camici bianchi, i sindacati dei medici stanno valutando la possibilità di una nuova astensione dal lavoro ma questa volta di 48 ore. Spiega Costantino Troise: «Ci aspettavamo delle risposte, nessuno dei problemi che avevamo denunciato ha trovato una soluzione, il Governo ci ignora». Il prossimo 21 Gennaio è prevista una riunione intersindacale con tutte le sigle del settore, in cui si discuterà di varie iniziative come quella sullo sciopero di 48 ore, nella speranza che i problemi della Sanità pubblica vengano inseriti nell’agenda politica.

Secondo il leader sindacale, il Governo sta portando alla deriva un settore che interessa tutti i cittadini: «il Governo ha l’obbligo di dirci in quale direzione sta andando, vogliono cambiare pelle al nostro sistema sanitario nazionale colpito da continui tagli e dalla svalutazione del ruolo dei medici». Sul tavolo delle trattative ci sono diversi nodi da sciogliere: «Chiediamo un confronto serio con il Governo, la sanità è completamente estromessa dall’agenda politica – incalza il segretario dei medici – troppi i punti da discutere e da risolvere, il contratto di lavoro dei medici da rinnovare, considerando che è fermo da 7 anni, il problema del turn over da garantire la regolarizzazione dei tanti medici precari che sono ben 1500».

Le richieste dei medici sono le stesse alla base della protesta dello scorso dicembre. E alla domanda sulle assunzioni previste nella Legge di Stabilità, Troise risponde che sono solo promesse, non ci sono risorse. «Tutto ciò rende gravoso e rischioso il nostro lavoro. Gli ospedali sono in difficoltà e i nuovi orari imposti dall’UE non ci aiutano, anzi, se non si andrà ad aumentare gli organici, è a rischio la salute dei cittadini».

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