Sono sempre di più i pazienti che si affidano a cure o terapie alternative abbandonando quelle tradizionali. 

Conquistati dalle promesse in molti scelgono l’urinoterapia del metodo Hamer, le cure con il bicarbonato o con il veleno di scorpione. A far riemergere il quadro di una “medicina parallela” è il caso di Eleonora Bottaro, la 18enne padovana morta di leucemia pochi giorni fa dopo aver rifiutato coscientemente la chemioterapia e supportata anche dal parere dei genitori.

La ragazza infatti si era affidata alla terapia di Hamer, padre della nuova medicina germanica il quale ha teorizzato che ogni malattia sia la reazione dell’organismo a un trauma psicologico. La ragazza aveva vissuto l’esperienza dell’amica del cuore morta due anni prima per lo stesso male e il pessimo rapporto con i medici, che le avevano brutalmente diagnosticato la malattia riferendole “hai una leucemia linfobalstica acuta o iniziamo la chemio subito o muori entro 15 giorni” avevano allontanato definitivamente la ragazza dal voler procedere e rivolgersi altro, in Svizzera dove aveva iniziato le cure a base di cortisone e vitamina C. Le sue volontà sono state rispettate ed Eleonora era stata sentita ripetutamente dal Tribunale dei minori.

Si riapre quindi il nervo scoperto della contrapposizione tra scienza ufficiale e medicina alternativa. Dalle stime dei gruppi e delle pagine via web si possono contare diverse migliaia di italiani che scelgono questi rimedi, “prescritti da sedicenti medici o ex camici bianchi radiati dall’Ordine, che rispondono al bisogno di certezze e alle paure delle persone” racconta all’Adnkronos Salute Salvo Di Grazia, ginecologo della Asl di Pieve di Soligno in provincia di Treviso e curatore di Medbunker, le scomode verità, un sito che analizza proprio queste pseudocure. Una ricerca che ha condotto il medico a farsi dei nemici. “Io ci provo, a spiegare le cose come stanno – dice – E nel tempo non sono mancate le segnalazioni di malati o familiari pentiti, che però a volte si tirano indietro per la vergogna”.

Queste cure inoltre risultano sempre decisamente costose e propongono una guarigione immediata e sicura. “Come ad esempio l’urinoterapia, in cui appunto si utilizza l’urina per disinfettare ferite o sbiancare i denti e addirittura curare il cancro. “Si fa fatica a credere che qualcuno si affidi a questo approccio, e a seguirlo – precisa Di Grazia – Eppure succede”.

Quello di Eleonora dunque è un caso che fa particolarmente clamore anche nell’ambito medico perché le chance di sopravvivenza erano abbastanza alte. Il suo però purtroppo non è un caso isolato. Di Grazia ricorda il caso di una donna a Torino curata in modo analogo per un melanoma e quello di Luca, malato di tumore al cervello e morto a Tirana dopo essersi sottoposto a una cura a base di bicarbonato di sodio. Una terapia secondo la quale il tumore è provocato da un fungo e dunque attraverso l’assunzione di bicarbonato avverrebbe la cura. E dall’Italia sono molte le persone che si recano lì.

Un giro d’affari milionario quello delle cure alternative supportato da ben poche prove scientifiche. Di Grazia parla di un mercato vicino ai 34 miliardi di dollari l’anno negli Stati Uniti.
“Il boom – dice Di Grazia – è proporzionalmente legato alla diffusione di Internet. Sul web esistono siti dove vengono pubblicizzati rimedi anticancro miracolosi, staminali in grado di curare qualsiasi patologia, e forum dove centinaia di persone, quasi come in una setta, ne esaltano l’efficacia”. Non c’è distinzione di genere e di ceto, seguono queste terapie dagli avvocati alle casalinghe. Riemerge inoltre la multiterapia Di Bella e sono molte le richieste del farmaco ricavato dal veleno dello scorpione azzurro.

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