La riforma Madia introduce il Polo unico delle visite fiscali: giro di vite sugli assenteisti e per i medici maggiorazioni in base al numero di controlli

Vita dura peri  malati immaginari che si assentano dal posto di lavoro. Sul Polo unico per le visite fiscali, Inps e sindacati hanno diffuso le linee guida. Si va verso l’uniformità di trattamento e di condizioni operative. A partire da un’indennità oraria base, con delle maggiorazioni legate al numero di controlli effettuati.
L’atto di indirizzo sul Polo unico prevede espressamente una “migliore distribuzione e copertura territoriale degli accertamenti, la riduzione dei costi anche in ragione di un’ottimale dislocazione dei medici e del contenimento dei rimborsi e delle indennità chilometriche, l’equa assegnazione degli incarichi e l’incremento del numero e dell’efficienza dei controlli, utilizzando al meglio le risorse attribuite”.
Le fasce orarie per le visite fiscali saranno uniformate attraverso uno specifico decreto. In questo momento sono  previste sette ore al giorno per il settore pubblico (dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18) e quattro ore per quello privato (dalle 10 alle 12 la mattina e dalle 17 alle 19 la sera).
I tempi sono maturi per l’attuazione della riforma Madia. Entro la fine del mese di agosto infatti dovrà essere stipulata la convenzione che regolerà il rapporto tra i sindacati e l’INPS ed avrà una durata triennale. Dal primo settembre partirà quindi una “fase ponte”, anche se l’accordo non dovesse essere ancora stato sottoscritto.
In merito all’individuazione dei medici, occorre “garantire il prioritario ricorso” a quanti sono iscritti nelle liste speciali ad esaurimento. Previste però anche “procedure selettive pubbliche e trasparenti” con cui, oltre a garantire una copertura territorialmente capillare “si potrà riconoscere e valorizzare con apposito punteggio la professionalità maturata” dai medici appartenenti a tre categorie. Si tratta di coloro che si sono iscritti alle liste Inps dopo il 2007; vi rientrano poi i medici che hanno svolto analoga attività come liberi professionisti presso le ASL. La terza categoria contempla quanti  convenzionati esterni con l’INPS, abbiamo maturato almeno 36 mesi, negli ultimi 5 anni. Le convenzioni stabiliranno, inoltre “i criteri e i casi di incompatibilità, anche in relazione alle funzioni di certificazione delle malattie”.
 
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