Anziano solo e senza eredi legittimi si invaghisce di una giovane donna che, approfittando della sua condizione di vulnerabilità, ottiene “ragguardevoli liberalità” dall’uomo: la Corte di Cassazione ha confermato il delitto di circonvenzione di incapace, ma il reato è prescritto
La vicenda
Condannata nel doppio grado di giudizio alla pena ritenuta di giustizia per il reato di circonvenzione di incapace, l’imputata aveva proposto ricorso per Cassazione, lamentando l’errore commesso dai giudici di merito per aver ritenuto sussistente lo stato di deficienza psichica della persona offesa; quand’anche tale condizione di vulnerabilità fosse stata sussistente, ella non avrebbe potuto percepirla ab externo, tanto è vero che neppure il funzionario della banca che provvedeva ai suoi investimenti finanziari l’aveva riconosciuta.
Al contrario, l’attenzione che l’anziano signore prestava ai suoi investimenti lasciava intendere che egli avesse piena capacità di autodeterminazione.
Ma i giudici della Seconda Sezione Penale della Cassazione (sentenza n. 49111/2019) hanno rigettato il ricorso perché manifestamente infondato.
Invero la Corte territoriale – atteso la natura degli atti di disposizione patrimoniale compiuti e l’entità del pregiudizio patrimoniale che ne era derivato, aveva ritenuto consumato il delitto di circonvenzione di incapace per abuso da parte della ricorrente dello stato di debolezza psichica dell’anziano. La giovane donna si era infatti, approfittata del fatto che quest’ultimo avesse maturato una “una non celata passione” nei suoi confronti e che fosse solo e privo di eredi legittimi.
I giudici della Suprema Corte dunque hanno condiviso il giudizio di responsabilità penale a carico della imputata, tuttavia il reato si era estinto per intervenuta prescrizione e perciò, hanno annullato senza rinvio la decisione impugnata.
La redazione giuridica
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