Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno inoltre eseguito 13 ordinanze, di cui 12 di custodia cautelare agli arresti domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta che ha fatto emergere 300 episodi di assenteismo

Trecento episodi di assenteismo ad opera di Dirigenti Medici, infermieri professionali ed impiegati del ruolo tecnico ed amministrativo del Presidio Ospedaliero “Don Tonino Bello” di Molfetta. E’ il bilancio di una complessa indagine, denominata “Quinto Piano”, condotta dai finanzieri della locale tenenza e coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Trani.

L’inchiesta, protrattasi per oltre due anni, è sfociata nell’esecuzione di 13 ordinanze, di cui 12 di custodia cautelare degli arresti domiciliari e 1 obbligo di dimora nel Comune di residenza. Inoltre, saranno interrogati ulteriori indagati, per i quali è stata richiesta la misura interdittiva della sospensione dal servizio.

Proseguono, invece, le indagini per definire altre posizioni.

Cinque medici, una Capo sala, una infermiera professionale, diciassette impiegati amministrativi, cinque impiegati tecnici manutentori e uno esterno alla ASL, rispondono a vario titolo di truffa aggravata ai danni di Ente Pubblico, falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale, abuso d’ufficio e Peculato.

I provvedimenti sono stati notificati a Molfetta, Giovinazzo, Bisceglie, Barletta e Foggia.

Le condotte fraudolente rilevate hanno riguardato sistematiche assenze dal luogo di lavoro in orario di ufficio, spesso formalmente autorizzate da permessi sindacali o da Legge 104/92, per svolgere attività presso altre strutture o per motivi privati, anche utilizzando le autovetture di servizio. In taluni casi è stata constatata la collaborazione di un soggetto esterno all’Azienda Sanitaria Locale, il quale si presentava per “smarcare” ai rilevatori la presenza.

Ad assentarsi, secondo quanto riporta una nota delle Fiamme Gialle, sarebbero stati anche alcuni impiegati dell’Ufficio rilevazioni presenze e assenze preposti al controllo del corretto rispetto dell’orario di lavoro di tutti gli altri dipendenti. Questi, approfittando della possibilità di accedere al sistema informatico, avrebbero modificato manualmente e fraudolentemente gli orari di lavoro.

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