Anelli: coinvolgimento dei camici bianchi nell’assistenza territoriale migliorerebbe appropriatezza, efficacia, efficienza e capillarità

“Bene l’attivazione in Piemonte della Farmacia dei servizi, ma perché ai medici di Medicina Generale ancora non è consentito di prescrivere i farmaci innovativi, di effettuare esami diagnostici e strumentali, di ospitare nei loro studi i colleghi specialisti?” Così il presidente della Federazione  nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), Filippo Anelli, accoglie la notizia dell’accordo firmato tra l’Ente regionale piemontese e la Federazione dei farmacisti per l’erogazione di servizi nelle farmacie. Un intesa con cui le Regioni, secondo Anelli,  hanno dimostrato di avere gli strumenti e le risorse per spingere l’assistenza territoriale, e quindi anche la Medicina Generale. Se una rivoluzione si deve fare, proviamo a immaginarla soprattutto con i medici. Ne guadagneremmo in termini di appropriatezza, efficacia, efficienza e capillarità”.

Da anni – prosegue il vertice della Federazione – i rappresentanti dei Medici di Medicina Generale chiedono di poter effettuare ecografie, elettrocardiogrammi, spirometrie, holter pressori, direttamente, in telemedicina o ospitando specialisti nei loro studi. Ma a parte alcune iniziative di Regioni o ASL, a macchia di leopardo sul territorio, nessun progetto organico è mai stato avviato”.

“Eppure – evidenzia ancora Anelli – implementare questi servizi avrebbe un ritorno anche in termini di appropriatezza, in quanto il medico, avendo le competenze per fare una diagnosi e prescrivere un esame, eviterebbe prestazioni offerte ‘a tappeto’ o fatte su richiesta del paziente pagante, così come poter determinare direttamente l’INR nei pazienti con terapia anticoagulante eviterebbe il doppio passaggio in termini di monitoraggio e aggiustamento della terapia”.

“Allo stesso modo, l’aderenza terapeutica deve essere un goal da raggiungere in maniera multidisciplinare, coinvolgendo certamente, ognuno per le proprie competenze, infermieri e farmacisti, ma partendo – e ritornando – sempre dai medici”.

Per il presidente della FNOMCeO, poi, “un discorso a parte merita la prescrizione dei farmaci innovativi, “inspiegabilmente – se non con ragioni di risparmio economico immediato – riservata ad alcuni specialisti”.

Se aperta a tutti i medici, quindi anche ai medici di Medicina Generale, “si tradurrebbe in un vantaggio per i pazienti in termini di accesso alle cure, di aderenza alla terapia e, sul lungo termine, anche in un risparmio ben maggiore per il Servizio Sanitario Nazionale per appropriatezza delle cure e miglior salute degli assistiti”.

“Mettiamo i medici in condizione di fare i medici – conclude Anelli -,  spostiamo in alto l’asticella dell’offerta di salute ai cittadini. Altrimenti diremo veramente ‘basta’ e lo diremo, anche come Ordine, in tutte le sedi appropriate”.

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