Anelli: camici grigi sono espressione della difficoltà dello Stato a garantire a tutti una specializzazione. Vanno stabilizzati, ma non infrangendo le regole

Li chiamano camici grigi. Sono un migliaio di giovani medici che, laureati, non hanno trovato posto nelle scuole di specializzazione, né al Corso di Formazione per la Medicina Generale. “Non solo – sottolinea la Federazione dei medici -. Quello stesso Stato che non ha saputo garantire loro una formazione completa, li ha presi a lavorare ‘a gettone’, con contratti atipici, senza tutela alcuna. E li ha tenuti così per anni, sospesi in un limbo di sottoccupazione”.
Dall’altra parte ci sono i medici specializzati nell’emergenza-urgenza: sono circa 300. “Sono penalizzati dal blocco del turnover da carenze strutturali e organizzative che li costringono a operare sempre al limite del burnout. Hanno mesi di ferie che non riusciranno mai a godere, migliaia di ore di straordinari non pagati. Ma continuano a esercitare, a costo di turni impossibili e di un carico di lavoro e psicologico ingestibile, per garantire ai cittadini il primo soccorso”.
Ora un emendamento del Governo vorrebbe finalmente stabilizzare i camici grigi. Ma vorrebbe farlo – evidenzia la FNOMCeO –  con una sorta di ‘sanatoria’, permettendo l’accesso ai concorsi per il pronto soccorso anche ai medici non specializzati, che abbiano già lavorato per un periodo nel 118.

“Diciamo innanzitutto no a quella che potrebbe diventare una guerra tra medico e medico”.

Ad affermarlo è il presidente della Federazione, Filippo Anelli. “Dissidi inutili – prosegue – non giovano a niente e a nessuno. Non giovano alla professione, alla qualità delle cure, ai singoli medici, accomunati dall’essere vittima del sistema”.
“I camici grigi sono espressione della difficoltà dello Stato a garantire a tutti una specializzazione – continua Anelli -. Vanno stabilizzati, ma non certo infrangendo le regole. Va trovata una soluzione condivisa, che contemperi i legittimi interessi di tutti i soggetti coinvolti ma, nel contempo, non crei un precedente che porti a livellare verso il basso la qualità del sistema di cure”.
La FNOMCeO chiede quindi che sia creato un Tavolo ad hoc con i Ministeri coinvolti, le Regioni e tutte le Organizzazioni Sindacali. L’organizzazione, inoltre, assicura sin d’ora la sua disponibilità a sedere a tale Tavolo, “facendosi parte terza per aiutare a trovare un punto di equilibrio, nel rispetto delle normative e della Deontologia”.
 
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