Consulcesi: ‘Il concetto espresso dalla Corte dei Conti in questa pronuncia risulta allora piuttosto ‘rischioso’ per la categoria degli Mmg”.

In caso di certificati medici facili, a pagare potrebbe essere anche il medico di famiglia, in quanto concorrerebbe al danno erariale anche se è egli stesso vittima di un raggiro da parte del dipendente.

Lo ha stabilito la Corte dei Conti Umbria con la sentenza n. 47 del 20 dicembre 2017, una pronuncia che però fa discutere.

Secondo i giudici, il medico di base che certifichi lo stato di malattia senza effettuare scrupolose verifiche può effettivamente concorrere al danno erariale. E questo anche se vittima di raggiro da parte del dipendente che mente sulle sue condizioni di salute.

Tutto nasce dalla vicenda giudiziaria avviata contro un dipendente pubblico che svolgeva le sue mansioni presso la Direzione Territoriale del lavoro dell’Umbria.

Costui aveva prodotto false attestazioni di malattia redatte da lui con firma e timbro di sanitari ignari. Vi erano poi dei certificati medici facili prodotti da un medico che ne aveva invece confermato la provenienza.

La Procura regionale si è rivolta alla Corte dei Conti competente per ottenere la condanna per danno erariale. Una condanna però invocata non solo verso il lavoratore, ma anche verso il medico di base che aveva emesso i certificati medici facili.

Il sanitario si era difeso affermando di essere stato imbrogliato. Tuttavia, sulla base degli atti del procedimento penale acquisiti, la Corte dei Conti ha stabilito come emergesse un quadro diverso.

Il paziente, in alcune intercettazioni telefoniche, aveva manifestato la volontà di dichiarare al medico stati patologici inesistenti, certo che avrebbe emesso le relative certificazioni.

La Corte dei Conti ha quindi giudicato il medico corresponsabile dell’attuazione del disegno criminoso del lavoratore. E questo sebbene sia una condotta colposa e non dolosa.

Il medico di base è stato quindi condannato in via sussidiaria al risarcimento del danno patrimoniale all’Erario, pari alla metà dello stipendio indebitamente percepito dal lavoratore nel periodo coperto dalle sue certificazioni.

Ma questa pronuncia ha creato non poche polemiche.

Consulcesi & Partners ha infatti definito ‘rischiosa’ la pronuncia in commento.

“Il concetto espresso dalla Corte dei Conti in questa pronuncia – afferma Consulcesi – risulta allora piuttosto ‘rischioso’ per la categoria degli Mmg”.

“Se da una parte è corretto pretendere da un qualsiasi operatore sanitario che svolga la propria attività in maniera scrupolosa e diligente – scrive Consulcesi – dall’altra viene da chiedersi se, quando il paziente, come in questo caso, miri a fuorviare le valutazioni del medico, sia corretto attribuire a quest’ultimo una responsabilità, anche solo colposa”.

Una riflessione che Consulcesi ha effettuato anche alla luce dei numerosissimi contenziosi di natura professionale – sempre più frequenti – in cui i medici sono coinvolti da parte dei pazienti.

 

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