Cisl medici invia una lettera aperta al Premier Renzi, Sivemp minaccia di agire nei confronti delle parti pubbliche inadempienti. I segretari di FIALS e UNSA Confsal protesteranno davanti al Ministero della P.A. fino all’apertura dei tavoli contrattuali

Il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, bloccato ormai da quasi sette anni, rappresenta una delle questioni più scottanti della stagione autunnale in ambito sanitario. Nei giorni scorsi il Premier Matteo Renzi, in occasione di un intervento istituzionale, dichiarava che è giunto il momento dello sblocco dei contratti dopo che i dipendenti pubblici hanno pagato per sette anni il prezzo della crisi.

Per i sindacati è tempo però di passare dalle dichiarazioni ai fatti. Lo ha sottolineato più volte nelle ultime settimane Anaao Assomed, l’Associazione che riunisce i medici e dirigenti del Ssn; lo hanno ribadito nelle scorse ore anche altre sigle sindacali con varie iniziative mirate a ottenere chiarimenti circa i termini e soprattutto le cifre con cui il governo intende porre fine a questo lungo periodo di attesa.

Cisl Medici ha inviato una lettera aperta proprio al Premier Renzi in cui si sottolinea che “per un rinnovo contrattuale degno di questo nome servono solo per la sanità le somme che sono state sommariamente indicate per tutto il pubblico impiego”. Nella missiva, il segretario generale Biagio Papotto si dice confidente che sia ‘la volta buona’ e dichiara la disponibilità del sindacato a un confronto con l’esecutivo “per discutere e cercare di risolvere assieme, con serietà e competenza, i problemi che si porranno, nel solo interesse degli italiani”.

Nel frattempo Papotto ribadisce che i medici continueranno a occuparsi dei propri pazienti ricordando che  “siamo medici e sanitari che lavorano proprio in quei posti dove serviamo (e troppo spesso non siamo sufficienti, pur con l’abnegazione con cui cerchiamo di supplire a carenze organizzative delle quali siamo incolpevoli e anzi vittime noi stessi) e abbiamo di solito poca dimestichezza con la politica, perché la nostra politica migliore, anzi: l’unica – è quella di curare e prevenire”.

E’ una vera e propria ‘diffida’, invece , quella sottoscritta all’unanimità dai veterinari aderenti al Sivemp (Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica), che minacciano di agire nei confronti di Ministeri, Regioni e parti pubbliche in caso di inadempienza rispetto al rinnovo dei contratti, bloccati illegalmente secondo quanto sancito dalla sentenza n. 178/2015 della Corte Costituzionale.

“Ad ora – afferma il Sindacato –  in riferimento a quanto il Governo risulta proporre, rimane quindi inaccettabile, anche perché illegittima, la proposizione di una trattativa in presenza di risorse economiche tanto limitate e per nulla qualificanti; per contro con l’appalesata volontà – espressa in specie dal Comitato di Settore – di rivedere sostanzialmente gli aspetti giuridici e normo-economici del CCNL in modo di fatto afflittivo e svantaggioso; si vorrebbe invero che i dirigenti veterinari e medici, che già sopperiscono a gravi carenze di personale senza alcun riconoscimento economico da oltre sette anni (anzi con parallele decurtazioni stipendiali!), accettassero la riconduzione di parte cospicua del trattamento economico attuale a voci esclusivamente accessorie, per di più fruibili solo da una minoranza del personale, tutto in nome di una necessaria implementazione della premialità; implementazione condivisibile esclusivamente laddove fosse – invece – basata su equità e risorse fresche”.

Più estrema la forma di protesta scelta dai Segretari Generali della FIALS, Giuseppe Carbone e dell’UNSA Confsal Massimo Battaglia, che in una nota a firma congiunta inviata al Ministro per la P.A., Marianna Madia,  hanno comunicato la decisione che da mercoledì 16 novembre, sotto lo stesso Ministero, inizieranno uno sciopero della fame.

“Non è possibile – affermano i due leader sindacali – che il Ministro Madia, pur in presenza di una storica e chiarissima sentenza della Corte Costituzionale n.178/2015, di un accordo sui nuovi comparti e di una nuova rappresentatività accertata dall’ARAN, non si adoperi ancora per l’invio dell’atto di indirizzo all’ARAN per dare corso alle trattative e né per una prima convocazione sui rinnovi contrattuali. Lo sciopero della fame proseguirà sino a quando non vi sarà la decisione del Ministro Madia all’apertura dei tavoli contrattuali o anche ad una convocazione urgente della stessa FIALS ed UNSA Confsal”.

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