Via libera del Garante della Privacy allo schema di decreto che prevede l’accesso da parte della polizia municipale alla banca dati del ministero dell’interno per rafforzare i controlli in strada su veicoli e documenti rubati

Via libera allo schema di decreto che regolerà l’accesso della polizia municipale alla banca dati del Viminale per la verifica dei veicoli e dei documenti rubati. L’ok arriva dal parere n. 316/2018 del Garante della Privacy, come riporta il quotidiano Italia Oggi. Per questa tipologia di attività, volta a rendere più incisivi i controlli in strada, andranno dettagliati bene i rapporti tra comune e dipartimento di pubblica sicurezza.

Il testo del regolamento prevede la possibilità da parte degli operatori qualificati di polizia locale di accedere a una piccola porzione della banca dati del ministero dell’interno. Ciò limitatamente alla verifica dei veicoli e dei documenti smarriti.

La consultazione, tuttavia, impone la necessità di regolare dettagliatamente anche la questione del trattamento dei dati personali.

Peraltro si tratta di un sistema che sarà realizzato in modalità automatica in molte città grazie ai moderni impianti di videosorveglianza collegati tramite le questure con il ced del Viminale.

A tal proposito il Garante è intervenuto chiarendo aspetti importanti anche per l’ordinaria attività della polizia municipale. Sulla questione, infatti, non troverebbe diretta applicazione non il Gdpr, bensì la direttiva n. 2016/680. Quindi non occorre regolare l’attività di trattamento dei dati ai sensi del codice della privacy ma facendo specifico riferimento dal dlgs 51/2018.

Il titolare del trattamento dei dati, a parere dell’autorità centrale, non sarà solo il dipartimento di pubblica sicurezza ma anche il Comune. Il comandante della polizia locale diventerà quindi un contitolare del trattamento di questi dati.
Per la regolarizzazione della gestione tecnica e dell’attività operativa spetterà quindi al dirigente nominare i soggetti autorizzati.

In ogni caso, sottolinea il Garante, sarà opportuno regolare queste attività speciali effettuate dalla polizia locale in un regolamento comunale ad hoc. Tale documento risulta necessario per orientare meglio la complessa attività di adeguamento dei comandi alle nuove regole sulla privacy.

 

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