Disposta l’autopsia per fare piena luce sulle cause del decesso di un paziente risultato positivo al Coronavirus; i familiari denunciano presunti ritardi nella diagnosi e nel trattamento

Ritardi nell’approccio al trattamento del paziente, sia per quanto riguarda il tampone, avvenuto diversi giorni dopo la comparsa dei sintomi riconducibili al Covid-19, sia per quanto riguarda l’ospedalizzazione dell’uomo. Sono i dubbi alla base della querela presentata dai familiari di un 75enne del napoletano, morto a fine marzo, probabilmente, come riporta il quotidiano il Mattino, a causa del Coronavirus.

Sul caso la Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo disponendo  l’esecuzione dell’autopsia per fare piena luce su quanto accaduto nonché su eventuali responsabilità da parte di chi lo ha avuto in cura negli ultimi giorni di vita.

In vista degli accertamenti peritali, su richiesta del pubblico ministero titolare dell’inchiesta,  sono stati spiccati dieci avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti sanitari. Tra loro figurerebbe il medico curante della vittima, nonché alcuni operatori degli ospedali di Sorrento e del Loreto Mare di Napoli, dove l’uomo sarebbe arrivato in condizioni considerate già disperate.

La famiglia, riferisce il Mattino, ritiene che la vicenda legata alla malattia del congiunto sia stata presa “sotto gamba”.

Pur in presenza di “chiare sintomatologie”, i parenti hanno esposto che il medico di base avrebbe sostenuto che non poteva trattarsi di Covid-19 in quanto non erano stati segnalati casi di positività in penisola sorrentina. Il 75enne sarebbe stato trattato inizialmente con sciroppo, bentelan e tachipirina. Inoltre, una volta giunto all’ospedale di Sorrento, alla figlia sarebbe stato chiesto di andare a comprare la idrossiclorochina in quanto il nosocomio ne sarebbe stato sprovvisto.

Dall’esame autoptico, che sarà effettuato a distanza di oltre tre mesi dal decesso, si attendono quindi risposte sulle cause del decesso: “Sappiamo che il tampone ha stabilito la positività dell’uomo – afferma il legale della famiglia – ma abbiamo necessità di capire quale causa scatenante ha portato al decesso di un soggetto che comunque godeva fino a poche settimane prima di buona salute e se soprattutto questa morte sarebbe potuta essere evitata con una presa in carico più immediata del paziente”.

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