Aperta un’inchiesta a Lecce per fare sulle cause del decesso di un uomo di 56 anni, morto dopo un intervento al ginocchio per un problema di gonartrosi

I nomi di quattro medici di una clinica privata del Leccese sono stati iscritti nel registro degli indagati per il decesso, risalente allo scorso 18 giugno, di un commerciante 56enne morto dopo un intervento al ginocchio sinistro per un problema di gonartrosi.

In base a quanto riferito dal Corriere salentino, una volta dimesso dopo l’operazione, al paziente sarebbero state prescritte terapie, farmaci e un percorso riabilitativo che prevedeva anche il noleggio di una macchina per effettuare alcuni esercizi di movimento.

L’uomo, tuttavia, avrebbe subito lamentato forti dolori al ginocchio. Due giorni dopo l’arto avrebbe iniziato a gonfiarsi e ad arrossarsi così come alcune zone della gamba immediatamente vicine. I medici gli avrebbero quindi consigliato di sospendere l’utilizzo della macchina riabilitativa e di applicare impacchi di ghiaccio sulle parti calde e arrossate.

L’indomani, dalla fasciatura sarebbe iniziato a fuoriuscire del sangue misto a liquido organico. Giunto nella clinica, il commerciante sarebbe stato medicato e gli sarebbero stati somministrati una flebo e ad un esame eco doppler venoso alla gamba sinistra. Finito il trattamento sarebbe stato invitato a tornare in reparto dopo poche ore per un’altra flebo.

Tornato a casa e sdraiatosi a letto, tuttavia, l’uomo sarebbe deceduto, nonostante i tentativi di rianimazione del fratello e dei sanitari accorsi sul posto.

Il medico del 118 – riporta il Corriere salentino – intervenuto avrebbe contattato la clinica privata per informarsi su quale farmaco gli fosse stato somministrato nel pomeriggio e gli sarebbe stato risposto che si trattava di un antibiotico.

L’inchiesta è partita in seguito alla denuncia-querela presentata dal fratello della vittima, la quale, a detta dei familiari, non soffriva di alcuna patologia pregressa. Da li la volontà di capire cosa sia successo nonché di verificare la sussistenza di eventuali responsabilità per l’accaduto da parte del personale che ha seguito il paziente nella fase dell’intervento e in quella successiva.

Nel mirino della Procura è finito, in particolare, l’operato dei due camici bianchi che hanno eseguito l’operazione, un terzo professionista  che ha eseguito l’eco doppler e un quarto dottore che ha somministrato l’antibiotico dopo l’operazione. La magistratura nei giorni scorsi ha disposto lo svolgimento dell’autopsia. Dagli accertamenti post mortem si attendono dunque risposte circa la natura del tragico episodio.

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