Alla donna, che ha riportato danni permanenti a un ginocchio dopo una serie di interventi, è stata riconosciuta una provvisionale di 400 mila euro

Il Tribunale di Livorno ha condannato un medico, la struttura sanitaria in cui prestava servizio e l’Asl Toscana Nord Ovest, a versare a una paziente, in solido tra loro, la somma di euro 190.706,08 oltre interessi, a titolo di provvisionale per i danni permanenti a un ginocchio subiti in seguito a una serie di interventi. Il Giudice ha inoltre disposto la prosecuzione del giudizio per fare piena luce su tutta la vicenda e definire l’intero risarcimento.

La signora – 59 anni – si sarebbe sottoposta, a partire dal 2011, a una serie di operazioni al ginocchio sinistro e all’impianto di protesi, oltre che a vari periodo di riabilitazione. Le sua condizioni, tuttavia, non sarebbero migliorate e solo a distanza di circa 4 anni, le sarebbe stata diagnosticata una infezione da “staphylococcus epidermidis”.

“Alla fine del 2014 – si legge in un passaggio della sentenza riportato da Luccaindiretta – finalmente veniva fatta luce sulla reale patologia di cui la paziente era affetta, cioè un quadro di infezione dell’impianto protesico del ginocchio sinistro. A questo punto, il protocollo prevede la sostituzione in due tempi della protesi infetta. Essa consiste nella rimozione dell’impianto con accurata pulizia locale, esami colturali prelevati dalle varie strutture danneggiate, individuazione del o dei germi e, sotto controllo specialistico infettivologico, adeguato trattamento antibiotico, prolungato, se necessario, anche per mesi, fino alla normalizzazione degli esami di flogosi. Dopo un congruo periodo, di almeno sei mesi, si rimuove il distanziatore antibiotato e si applica una protesi definitiva da re intervento”.

E proprio nel corso dell’intervento di rimozione dell’impianto, effettuato nel gennaio 2015, il chirurgo avrebbe accertato la presenza in campo operatorio di un corpo estraneo, un frammento di plastica da busta.

Nell decorso successivo all’ultimo reintervento di sostituzione protesica in due tempi, si sarebbe poi manifestata – riferisce sempre Luccaindiretta – l’infezione superficiale pericicatriziale che avrebbe determinato il fallimento dell’ultimo tentativo protesico, portando alla rimozione definitiva della protesi con decorso in artrodesi del ginocchio. Il ginocchio da mobile sarebbe diventato completamente rigido, pur consentendo un appoggio stabile.

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