Favorevole alla deroga anche l’Aiop: la norma tutela professionisti che si sono formati in scuole statali o private equiparate

Continua, in ambito sanitario, il dibattito innescato dall’approvazione in Legge di Bilancio dell’emendamento che stabilisce una deroga per l’iscrizione agli Ordini anche da parte dei professionisti che abbiano lavorato, nell’arco di 10 anni, per almeno 36 mesi. L’intervento consente il proseguo dell’attività a lavoratori con titoli validi fino all’approvazione della legge 3/2018 inserendoli in elenchi speciali.

Dopo il Ministro Grillo anche il sottosegretario alla Salute, Luca Coletto, è intervenuto a difesa del provvedimento. “Abbiamo deciso – ha affermato – di dare legittima serenità a ventimila famiglie di altrettanti lavoratori che già oggi operano al servizio dei cittadini anche in centri di Sanità pubblica”.

“Capisco – ha sottolineato il sottosegretario – che chi deve demolire qualsiasi tentativo di normare questioni aperte da anni possa chiamarla sanatoria di abusivi. Vorrei però lo dicessero non ai giornalisti o al palazzo, ma lo facessero guardando in faccia questi professionisti che da dieci anni e oltre forniscono un contributo indispensabile a strutture pubbliche e private, che le polemiche le facessero parlando con i pazienti sostenuti, accompagnati, aiutati da questi operatori. Io ritengo che questo provvedimento sia giusto e molto importante perché chiude un capitolo di incertezza”.

Un plauso alla misura arriva anche dall’Aiop, l’Associazione italiana dell’ospedalità privata.

“Il provvedimento – si legge in una nota – individua una soluzione che tutela i professionisti, che lavorano nella componente di diritto pubblico e in quella di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale. Senza questo provvedimento, moltissimi lavoratori avrebbero corso il rischio di perdere il proprio posto di lavoro. Rischio che, invece, viene scongiurato e, inoltre, viene messa in sicurezza la continuità dell’erogazione delle prestazioni garantite dal SSN, grazie alla previsione che possono continuare a svolgere la propria attività coloro che, attualmente, esercitano in assenza del requisito specifico, in quanto non obbligatorio prima dell’entrata in vigore della legge Lorenzin, purché abbiano svolto la stessa attività professionale per un periodo minimo di 36 mesi negli ultimi 10 anni”.

Secondo Aiop la norma tutela numerosi lavoratori, che hanno esercitato per anni e che, oggi, a causa della sovrapposizione di successive previsioni legislative, avrebbero avuta messa in discussione la possibilità di continuare ad esercitare il loro lavoro, in taluni casi a pochi anni dalla pensione. Si tratta di professionisti che si sono formati in scuole statali o private equiparate, i quali, semplicemente per il mutare della legislazione vigente, non hanno potuto ottenere il riconoscimento del proprio diploma”.

 

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