Gonartrosi bilaterale e inadeguata profilassi antibiotica (Corte di Appello di Napoli, Sentenza n. 3449/2022 pubbl. il 22/07/2022).

Intervento chirurgico di gonartrosi bilaterale cui seguiva una infezione nosocomiale.

Il paziente riportava “lesione menisco mediale”  a seguito di un trauma distorsivo al ginocchio sinistro e si sottoponeva a visita ortopedica che evidenziava “gonartrosi bilaterale in evoluzione in ginocchio varo”.

Successivamente, veniva sottoposto a intervento di artroplastica al ginocchio sx mono – compartimentale; alla dimissione presentava ginocchio dolorante e febbre con deficit di estensione che persistevano nelle settimane successive.

Tempo dopo, veniva sottoposto ad un secondo intervento per lavaggio articolare e sue possibili complicanze settiche e trombo–emboliche, tuttavia, le condizioni cliniche non miglioravano.

In giudizio, pertanto, viene contestata la prestazione sanitaria come non confacente alle direttive scientificamente collaudate, ed indicate dalle linee–guida che prevedevano, in caso di protesi articolari, un’adeguata profilassi antibiotica.

Il Tribunale, rigettava la domanda. Con la prima censura in Appello il paziente deduce che l’infezione nosocomiale sia di per sé indicativa di inadempimento contrattuale della Struttura sanitaria; con il secondo motivo, si duole del fatto che il Tribunale, in modo immotivato, si sarebbe discostato dalle conclusioni espresse dal CTU.  

La Corte territoriale passa al vaglio la CTU svolta nel primo giudizio. Il Consulente d’Ufficio non concorda con la tesi del CTP, secondo cui non vi sarebbe prova che la complicanza infettiva post artroplastica sia dipesa da un’infezione nosocomiale, risultando correttamente effettuata la profilassi antibiotica pre – operatoria.

Ad ogni modo,  il CTU ha sottolineato “trattasi di profilassi che riduce (ma non elimina) il rischio di infezione. Non è inusuale che non si riesca ad identificare il germe nel corso dell’artroscopia, pur con un preesistente e prolungato trattamento antibiotico…..(….)..L’intervento chirurgico è stato effettuato in maniera tecnicamente corretta….(…..) …..  “è stata corretta anche la tempistica dei controlli clinici effettuati, e delle indagini proposte ed eseguite. Grazie a tali controlli, a circa 3 -4 mesi di distanza dall’ intervento chirurgico fu ipotizzata la presenza dell’infezione, e fu iniziato il trattamento farmacologico……(….)…. Correttamente, si è somministrato un trattamento antibiotico prima generico, e poi mirato, sulla base delle colture effettuate nel tempo…….Tuttavia, la guarigione non è avvenuta con una totale restitutio ad integrum. Infatti, sono residuati modesti esiti dolorosi a sinistra, sito dell’artroplastica, con limitazione dell’accosciamento, nonché esiti cicatriziali”.

Tali conclusioni non risultano contestate dall’ appellante e il Collegio ritiene che il primo Giudice si sia correttamente uniformato alle inequivoche conclusioni del CTU .

Con particolare riferimento ad infezioni di natura nosocomiale, la Struttura deve fornire la prova liberatoria, in ordine al corretto adempimento di tutti i protocolli inerenti la materia. Ebbene, dalla espletata CTU emerge che la Struttura convenuta abbia assolto all’onere probatorio, circa l’adozione e l’adeguato rispetto dei necessari standard di igiene e prevenzione.

Escluso, pertanto, anche dai Giudici di secondo grado, che l’intervento per risanare la gonartrosi bilaterale sia stato eseguito in maniera errata e che la profilassi antibiotica non sia stata correttamente applicata, l’appello viene rigettato.

Avv. Emanuela Foligno

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