Lunedì 14 dicembre il Graduation Day del Master universitario di I livello in Cure Palliative  e terapia del dolore per professioni sanitarie diretto da Carlo Barone, Professore ordinario di Oncologia Medica all’Università Cattolica di Roma, e coordinato da Adriana Turriziani, Direttore medico dell’Hospice Oncologico Villa Speranza di Roma, promossi dall’Università Cattolica del Sacro Cuore presso il Policlinico Universitario “A. Gemelli”. 

«La Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica – spiega il professor Carlo Barone – ha attivato il Master di II livello di Alta formazione e Qualificazione in Cure Palliative e il Master di I livello in Cure Palliative e terapia del dolore per professioni sanitarie, ponendosi l’obiettivo di colmare il gap formativo nella disciplina “Cure Palliative”, attenendosi alle direttive del D.M. 4.4.2012».

«L’ampia diffusione delle Cure Palliative -continua Barone- a seguito della legge 38/2010, su tutto il territorio nazionale, recentemente sancita con istituzione della disciplina “cure palliative” nell’area della medicina diagnostica e dei servizi, ha reso necessaria e urgente l’ attivazione di programmi formativi per il personale sanitario coinvolto. «Le Cure Palliative – aggiunge Barone – , se applicate in modo adeguato, si sono dimostrate capaci di contenere la sofferenza legata ai sintomi e di migliorare la qualità di vita e sono un tema di salute pubblica importante e complesso».

L’evento per la consegna dei diplomi a 22 infermieri che hanno frequentato il Master universitario in “Cure Palliative e terapia del dolore” costituirà anche l’occasione per un dibattito sulle Cure Palliative del futuro, sulle Cure Palliative come modello di implementazione delle competenze infermieristiche, e opportunità per un radicale rinnovamento professionale e sulla progettualità infermieristica come risorsa per l’ottimizzazione dei percorsi di cura.

Le Cure Palliative, come descritto nella Legge 38/10, sono l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, richiedono un approccio multiprofessionale e interdisciplinare, un’attenzione costante ai bisogni fisici, psicologici e sociali dei malati e dei loro familiari che si concretizza in una relazione di cura in grado di favorire la condivisione del piano assistenziale individuale.

«Il traguardo della legge 38/10 è importantissimo – aggiunge la dottoressa Adriana Turriziani – ma, perché non rimanga una affermazione di principio, occorre che la legge abbia un’anima non solo dal punto di vista prettamente tecnico, ma nel lavoro che migliaia di professionisti fanno ogni giorno in questo campo. Occorre che ogni unità operativa di cure palliative, gli hospice e le equipes di cure palliative domiciliari, abbiano standard di qualità omogenei su tutto il territorio nazionale, che possano essere garantite nelle 24 ore».

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