In controtendenza il settore Ateco “Sanità e assistenza sociale”, che a marzo registra un +102% di denunce di infortunio rispetto allo scorso anno

Crollano le denunce di infortunio e malattia professionale nel primo trimestre del 2020. A influire sul dato, naturalmente, è il blocco su tutto il territorio nazionale, a partire dai primi giorni di marzo, di ogni attività produttiva considerata non necessaria. Il lockdown ha infatti determinato l’assenza di un elevato numero di lavoratori sul posto di lavoro e sulle strade, con una conseguente riduzione del rischio di infortunio. Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le denunce relative alle infezioni da Covid-19 avvenute nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa e in itinere.

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di marzo sono state 130.905, in diminuzione di circa 27mila casi rispetto alle 157.576 del primo trimestre del 2019 (-16,9%). Questa diminuzione è influenzata soprattutto dal sostenuto calo delle denunce registrate nel solo mese di marzo, che sono state 22mila in meno rispetto al marzo 2019 (-43,6%).

I dati evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 134.808 a 113.428 (-15,9%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, che hanno fatto registrare un calo del 23,2%, da 22.768 a 17.477. Il confronto dei soli mesi di marzo documenta come le diminuzioni siano molto più marcate (-41,4% e -61,3% rispettivamente).

Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati nel primo trimestre 2020 è diminuito del 11,3% nella gestione Industria e servizi (dai 115.764 casi del 2019 ai 102.657 del 2020), del 16,9% in Agricoltura (da 7.554 a 6.281) e del 35,9% nel Conto Stato (da 34.258 a 21.967). Per quest’ultima gestione si è registrato a marzo un crollo delle denunce, dalle circa 11mila del 2019 alle quasi mille del 2020 (-91,3%), per effetto dell’utilizzo della prestazione lavorativa in modalità agile dalla quasi totalità dei dipendenti statali e dell’assenza degli studenti nelle scuole/università statali, chiuse per evitare il propagarsi del contagio.

In controtendenza rispetto all’andamento degli altri settori economici, il settore Ateco “Sanità e assistenza sociale” ha registrato un forte incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro: +33% su base trimestrale e +102% su base mensile (marzo 2020 vs marzo 2019). I casi denunciati sono raddoppiati, passando dai 1.788 del marzo 2019 ai 3.613 del marzo 2020 (tre denunce su quattro riguardano il contagio da Covid-19).

L’analisi territoriale evidenzia nel primo trimestre del 2020 un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: -15,2% nel Nord-Ovest, -17,6% nel Nord-Est, -17,8% al Centro, -19,1% al Sud e -14,7% nelle Isole. Se si limita il confronto al solo mese di marzo, i cali registrati nelle singole ripartizioni geografiche risultano molto più evidenti (compresi tra il -38% e il -52%).

La flessione che emerge dal confronto dei primi trimestri del 2019 e del 2020 è legata sia alla componente maschile, che registra un -17,9% (da 98.902 a 81.203 denunce), sia a quella femminile, con un -15,3% (da 58.674 a 49.702). In marzo, in particolare, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente le denunce si sono praticamente dimezzate per i lavoratori e ridotte di un terzo per le lavoratrici.

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo trimestre di quest’anno sono state 166, ovvero 46 in meno rispetto alle 212 registrate nel primo trimestre del 2019 (-21,7%). Anche per i casi mortali a influenzare il calo trimestrale è soprattutto il numero di decessi denunciati in marzo (-41% rispetto allo stesso mese del 2019).

A livello nazionale, rispetto ai primi tre mesi dell’anno scorso si registra una diminuzione sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, che sono passati da 144 a 114 (-20,8%), sia di quelli occorsi in itinere, diminuiti da 68 a 52 (-23,5%).

Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione di 12 casi mortali nel Nord-Ovest (da 57 a 45), di 10 nel Nord-Est (da 44 a 34), di 21 al Centro (da 44 a 23), e di sette nelle Isole (da 24 a 17), mentre il Sud si contraddistingue  per un aumento di quattro casi mortali (da 43 a 47).

Il decremento rilevato nel confronto tra i primi trimestri del 2020 e del 2019 è legato soprattutto alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 197 a 155, mentre quella femminile ha fatto registrare quattro casi in meno, da 15 a 11.

Dall’analisi per classi di età si contraddistingue quella tra i 25 e i 39 anni, che presenta un incremento di nove casi mortali rispetto alla diminuzione registrata in tutte le altre fasce.

Per quanto concerne, invece, le malattie professionali, le denunce protocollate dall’Inail nel primo trimestre del 2020 sono state 14.101, 1.799 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-11,3%). Anche in questo caso a influenzare la flessione trimestrale è il numero delle denunce effettuate in marzo, in riduzione del 40,1% rispetto al marzo 2019.

Nel primo trimestre si sono registrate diminuzioni nell’Industria e servizi (-7,6%, da 12.592 a 11.634 casi), in Agricoltura (-26,6%, da 3.136 a 2.303) e nel Conto Stato (-4,7%, da 172 a 164).

Dall’analisi territoriale dei dati emergono cali delle patologie denunciate nel Nord-Ovest (-26,1%), nel Nord-Est (-17,8%), al Centro (-4,0%) e al Sud (-18,4%), ancora più marcati se riferiti al solo mese di marzo. In controtendenza, invece, le Isole che registrano un aumento del 14,4% su base trimestrale e del 5,8% nel solo mese di marzo.

In ottica di genere si rilevano 1.404 denunce di malattia professionale in meno per i lavoratori, da 11.640 a 10.236 (-12,1%), e 395 in meno per le lavoratrici, da 4.260 a 3.865 (-9,3%).

Il decremento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (passate da 14.797 a 13.088, pari a un calo dell’11,5%), sia quelle dei lavoratori comunitari (da 369 a 350, -5,1%) ed extracomunitari (da 734 a 663, -9,7%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dalle malattie del sistema respiratorio e dai tumori.

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