CAO, Sumai, ANDI e AIO chiedono che venga riconosciuta valenza specialistica alla Laurea in Odontoiatri in modo che i laureati possano partecipare ai concorsi per i ruoli dirigenziali di competenza nel Ssn

Riconoscere, per legge, una valenza specialistica alla Laurea in Odontoiatria, in modo che i laureati possano partecipare ai concorsi per i ruoli dirigenziali di competenza nel Servizio Sanitario Nazionale, senza doversi ulteriormente specializzare. E’ quanto chiedono, in maniera unitaria, le componenti ordinistica e associativa dell’Odontoiatria italiana.

La necessità di un intervento normativo era stata anticipata dal Presidente della Commissione albo Odontoiatri nazionale, Raffaele Iandolo, durante l’incontro della FNOMCeO con il Ministro Giulia Grillo e, venerdì scorso, in una nota congiunta, dal SUMAI – Assoprof, e dall’ ANDI.

L’AIO, oltre a ribadire la necessità di una modifica legislativa, sta valutando anche un ricorso al Tar contro l’articolo 19 dell’Accordo Collettivo nazionale per la Specialistica ambulatoriale, che preclude, di fatto, l’accesso alla maggior parte degli Odontoiatri ai concorsi pubblici.

“L’applicazione della norma che prevede l’obbligo di specializzazione per accedere ai concorsi pubblici per il personale del Servizio Sanitario Nazionale – spiega Raffaele Iandolo – rischia di penalizzare ancora una volta la nostra professione, che da sempre ha faticato ad affermare un proprio ruolo all’interno del Servizio Sanitario Nazionale”. Lo testimonierebbe il limitato numero di prestazioni odontoiatriche, per di più riservate a particolari tipologie di pazienti, inserite nei Lea “Addirittura – prosegue il presidente della CAO Nazionale – nel nuovo contratto della Specialistica ambulatoriale viene precluso l’accesso in graduatoria ai laureati in Odontoiatria (Corso di Laurea Specialistica) se non dotati di specializzazione ‘attinente’, limitando drasticamente la possibilità di scelta di professionisti in tale ambito conseguendo sicuramente un risultato negativo nella tutela della salute del paziente. Così si cancella definitivamente l’assistenza odontoiatrica pubblica, precludendo al 90% dei dottori in Odontoiatria la possibilità di garantire ai cittadini la salute orale”.

“Il ristretto numero di Odontoiatri specialisti nelle tre materie di specializzazione oggi esistenti – aggiunge ancora Iandolo – rischia di bloccare l’accesso concorsuale all’ormai prossimo rinnovo degli organici dirigenziali pubblici, di cui la maggior parte sarà presto in età pensionabile. Giova ricordare, inoltre, come le scuole di specialità in Odontoiatria per lungo tempo non sono state nemmeno attivate nelle varie sedi universitarie e quindi il requisito d’accesso della ‘specializzazione nella disciplina’ rende di fatto impossibile il ricambio generazionale nei ruoli dirigenziali pubblici”.

“La salute – conclude il rappresentante della Commissione Albo Odontoiatri – è un diritto garantito nella costituzione e come tale va ritenuto nella possibilità di scelta dei professionisti ammessi ad erogare cure odontoiatriche previste dal nostro Servizio Sanitario Nazionale, in particolare se tali professionisti possiedono già un titolo di formazione specialistica quale va considerata la laurea in Odontoiatria”.

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