Il Giudice monocratico di Lecce ha riconosciuto le responsabilità di cinque medici in servizio presso un nosocomio della provincia salentina

Due anni di reclusione, con sospensione della pena. E’ il verdetto emesso dal giudice monocratico di Lecce nei confronti di cinque medici accusati della morte di un sedicenne. Nello specifico si tratta di un operatore del pronto soccorso; due rianimatori, un internista e un neurologo di una struttura sanitaria salentina.
La tragedia risale all’ottobre del 2014. Il ragazzo, affetto fin dal primo anno da una stenosi dell’acquedotto di Silvio, era stato colto, secondo quanto ricostruito nel dibattimento, da un malore a scuola. Rientrato presso la propria abitazione era stato visitato dal medico di famiglia che gli avrebbe prescritto alcuni accertamenti, senza specificarne la priorità e l’urgenza. Anche il medico di guardia, intervenuto poco dopo la mezzanotte del giorno successivo, avrebbe sottovalutato alcuni segnali, tra cui nausea, cefalea e tremore, limitandosi ad un’iniezione di Plasil e a “raccomandare” l’assunzione di molta acqua.

Al peggiorare delle condizioni del sedicenne, tuttavia, i familiari avevano chiamato il 118.

Il medico accorso però, a detta dell’accusa, avrebbe sbagliato diagnosi, ordinando il ricovero presso un ospedale di provincia anziché al “Fazzi” di Lecce, dotato del reparto di Neurochirurgia.
Anche gli altri camici bianchi che lo ebbero successivamente in cura presso la struttura di destinazione non avrebbero agito nella giusta direzione. Il ragazzo sarebbe stato sottoposto a una puntura lombare presso il reparto di Rianimazione, ma il suo quadro clinico sarebbe ulteriormente peggiorato. Inoltre, secondo la Procura, la risonanza magnetica sarebbe stata eseguita con grave ritardo. Poche ore dopo sarebbe sopraggiunto il decesso.
Il Giudice ha disposto a favore dei genitori e del fratello della vittima, costituitisi parte civile nel procedimento, una provvisionale di 60mila euro. L’entità del risarcimento dovrà essere quantificata in separata sede.
Assolti invece altri due imputati, ovvero un medico dell’ambulanza e una guardia medica. Si attendono ora le motivazioni della sentenza. Nel corso dell’udienza preliminare, invece, il gup aveva già disposto il non luogo a procedere per il medico curante.
 
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