Respinto il ricorso di una donna che chiedeva all’ex coniuge il contributo al mantenimento del figlio 27enne con lei convivente nonostante l’assenza di prove sulla raggiunta indipendenza economica

 “Il figlio divenuto maggiorenne ha diritto al mantenimento a carico dei genitori soltanto se, ultimato il prescelto percorso formativo scolastico, dimostri, con conseguente onere probatorio a suo carico, di essersi adoperato effettivamente per rendersi autonomo economicamente, impegnandosi attivamente per trovare un’occupazione in base alle opportunità reali offerte dal mercato del lavoro, se del caso ridimensionando le proprie aspirazioni, senza indugiare nell’attesa di una opportunità lavorativa consona alle proprie ambizioni”. Lo ha ribadito, allineandosi all’orientamento della giurisprudenza di legittimità, la Cassazione nell’ordinanza n. 29779/2020.

I Giudici Ermellini si sono pronunciati sul ricorso di una madre contro la sentenza della Corte di appello che, nell’ambito della causa di divorzio con il coniuge e in parziale riforma della decisione di primo grado, aveva posto a carico dell’uomo l’obbligo di contribuire al mantenimento di un solo figlio, maggiorenne ma non autosufficiente e convivente con la madre, corrispondendo un assegno mensile di 200 euro.

Nel rivolgersi alla Suprema Corte la ricorrente contestava al Collegio distrettuale di non aver disposto alcun mantenimento in favore del figlio maggiore, anch’egli con lei convivente, in quanto ritenuto autosufficiente per via dell’età (27 anni), nonostante l’assenza di prove sulla sua raggiunta indipendenza economica.

Gli Ermellini, tuttavia, hanno ritenuto infondato il motivo di doglianza affermando la correttezza della motivazione del Giudice a quo.

Non risultava in alcun modo dimostrato – hanno specificato dal Palazzaccio – che il figlio maggiore non svolgesse un’attività lavorativa in grado di renderlo economicamente indipendente anche solo in parte, così come non risultava che lo stesso si fosse adoperato per cercare opportunità lavorative consone alle sue aspirazioni e attitudini. Da li la decisione della Cassazione di rigettare il ricorso.

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