L’uomo, in attesa di un esame in Pronto soccorso, aveva pubblicato un post diffamatorio con la foto dell’operatore sanitario al computer mentre, a suo avviso, non stava facendo nulla

Ammonta a quattordicimila euro il risarcimento riconosciuto in sede civile a un infermiere dell’ospedale Galliera  di Genova, bersaglio di un post diffamatorio su Facebook.

L’operatore sanitario era stato fotografato il 26 aprile del 2019 mentre era al computer da un paziente che attendeva disteso su una barella del Pronto soccorso gli esiti di un esame a cui era stato sottoposto.

Nel post, l’uomo sosteneva che il dipendente non stesse facendo nulla, mentre in realtà – come riferisce il Secolo XIX –  era impegnato nella consultazione del software che gestisce il flusso dei pazienti a seconda del codice assegnato.

Nonostante le richieste di rimozione, sia da parte dell’infermiere che da parte della direzione del nosocomio, il post non era stato cancellato, rimanendo online per mesi.

Da lì l’azione legale avviata nei confronti del paziente, che nelle scorse ore è stato condannato dal Tribunale al pagamento di novemila euro di risarcimento alla vittima, più cinquemila euro di spese processuali.Non è escluso che adesso la disputa si sposti in sede penale.

Per la UIL Liguria – che un anno e mezzo fa, nel maggio del 2019, aveva denunciato l’aggressione, in questo caso mediatica diffamatoria – quella emessa dal Giudice del capoluogo ligure è una sentenza destinata, probabilmente, a creare un precedente. Una decisione importante che va di pari passo con la battaglia quotidiana condotta contro le violenze sul luogo di lavoro, per garantire salute e sicurezza al personale sanitario che opera ogni giorno all’interno degli ospedali e delle ASL e che “spesso, sconta ingiustamente la rabbia e la frustrazione di alcuni utenti aggressivi”.

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