Interrogazione parlamentare al Ministro Lorenzin. Senza la revisione della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie l’efficacia dei provvedimenti disciplinari è sospesa e i professionisti possono continuare impunemente a esercitare

E’ una situazione paradossale quella derivante dalla paralisi, che dura ormai da due anni, della Cceps, la Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie, organo di giurisdizione speciale cui i sanitari possono fare ricorso contro le sanzioni disciplinari irrogate dagli Ordini. Medici, odontoiatri, farmacisti, veterinari, infermieri e altri professionisti della Sanità, pur radiati o sospesi, possono continuare regolarmente e impunemente a esercitare la professione.
Il ricorso alla Cceps, infatti, sospende in automatico l’efficacia della sanzione, che, stante l’attuale blocco dell’organo, viene rimandata sine die. Una situazione che priva di fatto priva tutti gli Organi delle professioni sanitarie del loro potere disciplinare, rendendo inefficaci le sanzioni legittimamente emesse, con grave rischio per la qualità delle prestazioni professionali e conseguentemente per la tutela del diritto alla salute dei cittadini garantito dall’art. 32 della Costituzione.
La vicenda – spiega la Fnomceo, che più volte ha denunciato  l’anomalia assieme alla sua Commissione Albo Odontoiatri (CAO) – nasce da lontano. L’attuale Commissione Centrale è ormai scaduta da due anni ma non viene rinnovata (è necessaria, a tal fine, l’emanazione di un Dpcm) anche perché la Corte di Cassazione, con due ordinanze del gennaio 2015, ha sollevato un’eccezione di legittimità costituzionale sulla sua composizione. La Cceps è infatti costituita da magistrati, esponenti indicati dalle Federazioni degli Ordini e Collegi e da funzionari ministeriali: proprio sulla presenza di questi ultimi si è focalizzata la Corte Costituzionale, in quanto – tra le altre motivazioni – il Ministero della Salute è anche una delle parti nel Giudizio di fronte alla Cceps. La Corte Costituzionale, dunque, con la Sentenza 215 del 2016 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della previsione dell’articolo 17 del Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato n° 233 del 13 settembre 1946 – che ha istituito, insieme agli Ordini delle Professioni Sanitarie, la Cceps- ‘nelle parti in cui si fa riferimento alla nomina dei componenti di derivazione ministeriale’.
“La paralisi della Commissione Centrale sta creando un corto circuito che di fatto impedisce l’operatività delle sanzioni contro medici e odontoiatri che si sono macchiati di colpe anche gravi – è il commento del presidente della Cao nazionale Giuseppe Renzo. – Gli Ordini sono i primi ad essere preoccupati per questa situazione che porta, tra l’altro, l’opinione pubblica ad accusarli di ‘scarso interventismo’, quando invece non hanno, su questo, alcuna colpa”.
La questione è approdata ieri in Parlamento. Il Senatore Andrea Mandelli, insieme ad altri 16 Senatori, ha presentato a Palazzo Madama, un’interrogazione orale rivolta al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin in cui si sottolinea come non sia stato adottato alcun provvedimento per definire una composizione della Commissione che rispecchi i requisiti indicati dalla Consulta, con la conseguenza di paralizzare l’applicazione delle sanzioni che vengono regolarmente comminate, ma che perdono di efficacia se il sanitario fa ricorso; il tutto con evidenti “ripercussioni sui cittadini che rischiano di rivolgersi a professionisti colpevoli di comportamenti, anche gravemente scorretti, ma di fatto non sanzionabili efficacemente, con l’inevitabile conseguenza di non garantire l’adeguata qualità di importanti prestazioni professionali sanitarie”.
“È una situazione che stiamo monitorando attentamente e che abbiamo più volte denunciato – afferma il presidente della Fnomceo, Roberta Chersevani -. Ho avuto in questi ultimi giorni la notizia che l’iter per l’emanazione del Dpcm di nomina dei nuovi componenti della Cceps sia alle tappe conclusive. Ben venga, in ogni caso, ogni iniziativa che sollevi il velo su tutti i possibili rischi per i pazienti, esposti alle lusinghe di  false cure e di ex medici con pochi scrupoli”.

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