L’allontanamento costituisce reato anche se posto in essere per un lasso di tempo rilevante allo scopo specifico di sottrarsi consapevolmente agli obblighi di assistenza morale e materiale nei confronti del coniuge

Se il coniuge è anziano, invalido o non autosufficiente, l’abbandono del domicilio può integrare il reato di ‘abbandono di incapace’ disciplinato dall’articolo n. 591 del codice civile. La giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione in tal senso è consolidata. Ne è esempio la sentenza n. 31905/2009, con cui gli Ermellini si sono pronunciati in merito al ricorso presentato da una donna condannata nei primi due gradi di giudizio per essere partita per la villeggiatura estiva lasciando a casa da solo il marito, anziano e bisognoso di cure. La Corte ha infatti ritenuto provato l’abbandono in stato di incapacità di provvedere ai propri bisogni dell’uomo a fronte delle pessime condizioni igieniche personali ed ambientali in cui era stato ritrovato.
In generale si può ritenere che l’abbandono di incapace si possa configurare anche quando l’assenza del coniuge si sia protratta per un periodo di tempo limitato, laddove abbia comunque messo in pericolo, anche solo potenzialmente, il soggetto che non in grado di provvedere a sé stesso ed è sottoposto alla cura e alla custodia del coniuge che, allontanandosi, lo lascia solo.
Ma l’abbandono delle mura domestiche, indipendentemente rispetto alle condizioni di incapacità del coniuge, potrebbe essere rilevante anche per l’integrazione del reato di ‘violazioni degli obblighi di assistenza familiare’, disciplinato dall’articolo n. 570 del codice penale. In tal caso, la giurisprudenza cassazionista afferma che, ai fini della sussistenza della condotta delittuosa, è necessario che l’allontanamento, ingiustificato e connotato da disvalore etico e sociale, sia posto in essere per un lasso di tempo rilevante allo scopo specifico di sottrarsi scientemente e volontariamente agli obblighi di assistenza morale e materiale nei confronti del coniuge abbandonato.
I giudici del Palazzaccio hanno sottolineato tale principio in relazione alla pronuncia di condanna (sentenza n. 14981/2009) di una donna che, nel partire con la figlia per una località di vacanza dove avrebbe dovuto essere raggiunta dal coniuge in un secondo momento, aveva lasciato una lettera al marito in cui gli rivelava l’intenzione di iniziare una nuova vita con un altro uomo. La Cassazione, ha ritenuto la signora colpevole del reato previsto dall’articolo 570 del codice penale in quanto secondo i giudici non vi sarebbero dubbi sulla sua volontà di abbandonare in modo improvviso e definitivo il domicilio domestico trattenendo per di più con sé la bambina, con evidente lesione dei doveri coniugali”.

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2 Commenti

  1. Salve!Sono una donna russa sposata con cittadino italiano a Roma.Conviviamo insieme da 6 anni,2 anni come ci siamo sposati.Durante questi anni insieme ho avuto la malatia grave e mi sono remasta invalida di 85%,ma sempre facevo tutti lavori a casa,guidavo la macchina,badavo un fratello di mio marito,malato di schizzefrenia,quando la sua badante andava a la vaccanza.Questo estate mi sono caduta e ho fratturato la caviglia,pero marito ha portato il suo fratello di nuovo.E quando ho detto,che non sono in grado badare 2 uomeni con la gamba rotta,lui mi ha risposto,che sono straniera,morte di fame e devo fare servizzi signiori italiani,e se non mi piace lui mi butta via da casa.Ho detto,che lui mi deve mantenere,e lui mi ha risposto,che non mi mantenga mai,meglie mi uccidda,e per non andare a galera mi fa uccidere da suo fratello scizzofrenico.Mi sono molto spaventata e ho fatto la denuncia a carabineri.Dopo il marito mi ha detto,che mi separa e mi ha costretto andare via da casa.Per momento sto a casa afittata a Roma,marito e andato vivere con la sua ex-moglie,una donna italiana,a che secondo marito e morto.Avvocato ha chiesto separazione e alimenti,ma marito ha rispostto,che non mi da niente mai.Ho pensione di invalidita di 282 euro.Sono a casa con la caviglia fratturata da sola.Devo pagare le medicine,fisioterapia,affitto,bollete,avvocato.Lui mi ha detto,che metta la causa a tribunale,ma tempi e lungi,apri pazienza.Forse qualcuno mi da consigli,cosa devo fare a questa situazione?Grazie!

    • Cara signora il suo avvocato la sta seguendo bene certamente, ma lei deve avere pazienza in quanto solo in tribunale potrà avere giustizia.

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