Più leggo perizie tecniche di ufficio e più mi sembra scomparsa la medicina legale. Tanta approssimazione e irresponsabilità, tanta negligenza nello svolgere l’incarico “donato” dal magistrato, mancanza di rispetto delle regole. Insomma un po’ di tutto.
La cosa meno grave sembra la consegna della bozza di CTU dopo oltre 7 mesi i termini concessi dal magistrato e senza nemmeno fare istanza MOTIVATA di proroga.
Questo solo un aspetto tra tutti quelli negativi che potrete leggere nella bozza che si allega di cui ne riportiamo pochi passi: “…Onde poter rispondere ai suddetti quesiti ho chiesto ed ottenuto di prendere visione della documentazione sanitaria e di poter sottoporre l’interessato agli accertamenti clinici e strumentali necessari all’espletamento della Consulenza Tecnica d’Ufficio.
Mi veniva concesso un termine per il deposito della CTU.”
“…Il giorno stabilito in udienza per l’inizio delle operazioni peritali, in presenza dei CTP nominati in udienza, ho sottoposto a visita il sig. E.R. rilevando quanto segue:…”
“…Riguardo a questo punto è difficile esprimere un giudizio. Infatti, non vi sono elementi concreti su cui formularlo dal un punto di vista medico legale soprattutto non potendo preventivare le possibilità di riuscita dell’intervento di rivascolarizzazione.
In altri termini è possibile fare solo un discorso ipotetico; qualora l’intervento di rivascolarizzazione avesse avuto un risultato positivo, verosimilmente vi sarebbe stato un miglioramento della vasculopatia…”
“…Qualora fosse stata tentata presso l’Ospedale di F. un intervento di rivascolarizzazione al piede destro, e questo avrebbe avuto come risultato una adeguata riperfusione dei vasi arteriosi del piede stesso, si sarebbe potuto evitare o almeno rimandare di qualche anno l’intervento di amputazione della gamba destra. Dovendo formulare una quantificazione del danno in termini di danno biologico questo a mio avviso potrebbe essere stimato nella misura del 10 % tenuto conto del quadro preesistente al piede destro e controlaterale già interessati peraltro da alcune amputazioni di dita”.
Beh, adesso scatenatevi anche voi cari colleghi medico legali e avvocati. Come si dice…non ci sarebbe bisogno di strappare il “patentino” da medico legale? Leggete meglio la bozza di ctu e le mie note critiche che …piangerete anche voi.
Dr. Carmelo Galipò
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Sono un igienista prestato alla medicina legale.
Lavoro per la ASL 8 Cagliari.
Premetto; non faccio perizie ne consulenze.
Come Assessore ai Servizi sociali del comune di Senorbi cerco nel mio piccolo di dare un contributo ai miei cittadini .
Ad un mio concittadino nel 2000 venne fatta diagnosi di linfoma non hodgkin con relativa chemioterapia e successivo autotrapianto.
Nel 2002 grave miocardiopatia dilatatativa 4 classe nhya.
Nel 2009 diagnosi di linfoma di hodgkin
Nessuna terapia per le condizioni cardiache
Nel 2015 metastasi ossee diffuse.
Febbraio 2016 all’età di 57 anni decesso per cachessia neoplastica.
Causa civile in corso.
L’ospedale dove venne fatta la prima diagnosi rigetta ogni responsabilità affermando che il trattamento del linfoma non hodgikin è identico all’hodgkin.
Caro Marcello dimmi che dubbi hai che ti rispondiamo
Carmelo Galipò