Quanto sono importanti oggi le vaccinazioni? E di fronte alle notizie di cronaca, qual è il comportamento corretto che deve tenere un genitore? «Responsabile Civile» ha chiesto il parere del responsabile dell’area vaccini della SIP

«Il vaccino è un farmaco e, come tutti i farmaci, può causare eventi che nella maggior parte dei casi consistono per lo più in irritazioni locali o leggere febbri, mentre l’effetto più grave, l’anafilassi, intensa reazione allergica, si verifica solo in pochi casi ogni milione di vaccinazioni, e può essere controllata. Ovvio che, poi, questi eventi vanno valutati caso per caso perché il nesso di causalità diretta tra l’atto vaccinale e la manifestazione clinica deve essere accertato e non si deve confondere solo con il nesso di causalità temporale». Il Dott. Rocco Russo, responsabile dell’area vaccini per la SIP (Società italiana pediatria), chiarisce così una questione annosa di cui si continua a parlare anche perché alimentata dalla cronaca recente che ha visto anche un medico sconsigliare le vaccinazioni alle famiglie.

Intervistato da «Responsabile Civile», Russo, però, spiega che il compito dei medici «è quello di favorire l’accettazione cosciente e responsabile del gesto preventivo che noi mettiamo in atto. Non dobbiamo convincere della validità delle vaccinazioni, altrimenti ci mettiamo su un piano di scontro, di antagonismo, ma non deve essere così. L’importante è avere la consapevolezza di indurre i genitori ad accettare coscientemente la scelta che si sta mettendo in atto per i propri figli».

Dott. Russo, quanto sono importanti realmente le vaccinazioni?
Inutile dire quanto sono importanti i vaccini per la salute pubblica: hanno dato la possibilità di abbattere la mortalità e la morbilità per le malattie infettive prevenibili da vaccini, quindi possiamo dire di avere uno strumento di prevenzione di fondamentale importanza. Eppure, pagano lo scotto del loro stesso successo.

Cosa intende?
Il vaccino, di per sé, viene studiato e finalizzato per prevenire una determinata malattia infettiva: ovviamente, non permettendo che questa malattia si possa manifestare nella popolazione, a posteriori può sembrare un intervento inutile. Questo avviene perché se un soggetto è vaccinato, non avremo spie che ci suggeriscano che sia entrato in contatto con l’infezione e ne sia risultato protetto.

Ed è per questo dunque che casi problematici isolati rischiano di far più rumore della totalità di bambini protetti…
Ovviamente. I mass media in questo fanno da cassa di risonanza. Da un certo punto di vista l’azione informativa della stampa sensibilizza una fetta di popolazione che è distratta dalle vaccinazioni, ma ha un’azione diversa su persone che hanno una visione più anomala e finisce per specularci sopra.

A tal proposito, è recente la notizia di un sindaco che ha portato avanti una campagna informativa sui presunti rischi delle vaccinazioni…
La verità è che gli anti-vaccinatori sono sempre esistiti, sin da quando sono iniziate le vaccinazioni. Ma, rispetto all’800, un sindaco di oggi, soprattutto alla luce di quelle che sono le informazioni scientifiche e i dati a supporto dei benefici della vaccinazione, non può essere contrario a questa pratica.

Eppure, abbiamo sentito persino di medici che sconsigliavano le vaccinazioni ai genitori…
Purtroppo neanche la categoria dei medici è esclusa… Ma queste idee non sono supportate assolutamente dalle evidenze scientifiche. Guardi, io non sono contro l’anti-vaccinatore per definizione, però, interessandomi di vaccini studio e prendo in considerazione tutti i lavori che escono mensilmente sulle tematiche vaccinali: se avessi avuto il minimo dubbio scientifico non avrei vaccinato in primis i miei figli. Chi decide di non vaccinare fa una valutazione di pregiudizio nei confronti di quell’atto perché non è supportata da evidenze scientifiche. Poi, chiaramente la scelta è sovrana… Ma questo vale per le mamme e i genitori. Con i colleghi è diverso, dal momento che devono mettere in atto quelle che sono le evidenze scientifiche e non possono permettersi di sconsigliare la vaccinazione per proteggere i bambini.

Quali sono le problematiche, invece, per chi non vaccina i propri figli?
Quando una persona si vaccina, automaticamente, ha la possibilità di proteggere anche persone che non lo fanno. Ad esempio, se in una classe di 20 bambini ce ne sono 19 vaccinati e uno no, per l’immunità di gregge, quel bambino comunque è protetto e non ha possibilità di infettarsi perché è protetto dagli altri. Se, però, si abbassano le coperture vaccinali, il rischio aumenta e la malattia si diffonde in maniera più rapida a seconda delle sue caratteristiche intrinseche (secondo la propria capacità infettiva specifica). Questa situazione crea un rischio per chi non ha la possibilità avere benefici dalla stessa vaccinazione: come bambini che con deficit immunitari, oppure che presentino controindicazioni specifiche alle vaccinazioni, come i soggetti con allergia grave alle componenti dello stesso vaccino. C’è, quindi, un doppio canale di protezione: diretto e indiretto.

Allo stato attuale ci sono vaccinazioni che possiamo definire “obbligatorie” o i genitori possono comunque decidere?
Dal 1939 fino agli anni ‘60, con la diffusione di primi vaccini (difterite, tetano e poliomielite) il legislatore previde la obbligatorietà delle vaccinazioni, con specifiche sanzioni penali a carico dei genitori che omettevano di vaccinare i propri figli. Ma oggi è un problema solo di tipo normativo che non ha comunque alcun fondamento scientifico perché quest’obbligo è solo teorico e non comporta sanzioni. Tuttavia, è importante sottolineare che le vaccinazioni obbligatorie e raccomandate (e quindi il calendario vaccinale) sono inserite nei LEA, quindi un medico non può sconsigliare qualcosa su cui il Sistema Sanitario Nazionale ha investito in termini economici per far del bene alla popolazione. Un medico non può essere inadempiente rispetto a questo sistema.

Quindi sono comprensibili i richiami e le sanzioni rispetto a quei medici che non seguono le indicazioni…
Guardi, l’Ordine dei Medici ha solo il potere di richiamare il medico e chiedere spiegazioni in merito a quella che può essere la sua strategia vaccinale. Provvedimenti differenti spettano all’Azienda Sanitaria Locale: il medico di famiglia, il pediatra di libera scelta non può andare contro dei principi che sono alla base del rapporto di convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale.

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui