Morta a 22 anni dopo intervento: rinvio a marzo sulla richiesta di archiviare la posizione di 11 medici indagati, al tribunale di Nocera Inferiore

Morta a 22 anni dopo intervento: una vicenda giudiziaria che non sembra aver fine. Come riporta Giornaledelcilento.it, in quasi 4 anni rimane in un limbo la vicenda di una giovane di Sala Consilina, Nel Salernitano, che morì una settimana dopo un’operazione allo stomaco nell’ospedale di Mercato san Severino. Ancora non si sa se gli 11 medici indagati per la morte saranno rinviati a giudizio. Giorni fa c’è stato un nuovo rinvio e occorrerà attendere ancora altri tre mesi, in quanto per la seconda volta un problema legato alla notifica della data dell’udienza a uno dei medici indagati ha portato ad un rinvio della stessa. Ad ottobre l’udienza non si era tenuta davanti al gip del Tribunale di Nocera Inferiore perché al medico in questione non era stata fatta la notifica e c’era stato il rinvio al 21 dicembre e ieri invece anche se il medico è stato rintracciato il suo avvocato difensore ha eccepito la tardività della notifica fatta oltre il limite temporale consentito dalla legge. Per questo motivo giudice si è visto costretto a rinviare tutto al primo marzo.

La 22enne è deceduta nel 2018 dopo un intervento all’ospedale Fucito. Il giudice per le indagini preliminari avrebbe dovuto decidere sulla richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero nei confronti degli undici medici – nove dell’ospedale Fucito di Mercato San Severino e due dell’ospedale Curto di Polla, dove era stata accompagnata successivamente – iscritti sul registro degli indagati per la morte della ragazza. La richiesta di archiviazione del pm è la conseguenza di quanto riportato nella perizia effettuata durante l’esame autoptico da parte dei due medici legali che hanno ricevuto l’incarico dalla procura nocerina dove si esclude la responsabilità dei medici. A tale richiesta si oppone la famiglia della ragazza, con la perizia di un medico legale, in cui si sostiene che vi sia la responsabilità dei medici che hanno effettuato l’intervento chirurgico. A causare la morte della ragazza, secondo la perizia di parte, è stata una polmonite ab ingestis, ossia una infiammazione dei polmoni causata dall’ingresso di sostanze estranee nell’albero broncopolmonare. Polmonite provocata, stando perito dei familiari, in parte da una sepsi intestinale frutto di un errore durante l’intervento di riduzione dello stomaco.

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