Ai professionisti era contestato il reato di omicidio colposo per il decesso di una giovane di 25 anni, morta dopo una colecistectomia laparoscopica; condanna più severa per il primario che, secondo l’accusa, avrebbe tentato di coprire l’errore commesso in fase operatoria
Dieci anni e otto mesi di reclusione. E’ la condanna inflitta dal Tribunale di Torre Annunziata a un medico dell’ospedale di Boscotrecase, accusato di omicidio colposo e falso in atto pubblico in relazione al decesso di una 25enne morta dopo una colecistectomia laparoscopica nel marzo del 2013.
A causare il decesso, in base a quanto ricostruito nel corso delle indagini, sarebbe stata la mancata suturazione dell’aorta addominale e della vena cava, tranciate durante l’intervento per un utilizzo sbagliato del trocart, la sonda mini invasiva impiegata durante la laparoscopia, e bloccate solo in un secondo momento, quando la paziente era già morta, per coprire – secondo l’ipotesi accusatoria – l’errore precedentemente commesso. Il tutto con tanto di falsificazione della cartella clinica da parte del primario.
Condannati a due anni e quatto mesi anche altri due chirurghi che facevano parte dell’equipe operatoria.
Il Giudice ha optato per una pena esemplare, ben superiore anche alle istanze della Pubblica accusa, che aveva chiesto rispettivamente quattro anni e otto mesi per il primario e un anno e quattro mesi per i colleghi imputati.
Soddisfatti i familiari della giovane vittima, costituitisi nel procedimento. Per il loro legale “è stato riconosciuto il macroscopico errore medico” oltre alla “condotta criminale” del primario, che “ha provato a insabbiare le immagini alterando la cartella clinica”. A favore della parti civili, il Collegio campano ha anche disposto il pagamento di una provvisionale di 100 mila euro.
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