Per il presidente della Cassa previdenziale dei medici, intervenuto nel dibattito sul numero chiuso negli Atenei italiani, bisogna collegare strettamente l’accesso al corso di laurea in medicina con le specializzazioni

“Sarebbe opportuno alzare il numero programmato del 10-15%, rispetto ai fabbisogni rilevati per il settore pubblico”. Questa la ricetta del Presidente Enpam, Alberto Oliveti, sul tema del numero chiuso negli Atenei italiani per l’accesso alle Facoltà di Medicina.

Oliveti, intervenendo a un dibattito, ha sottolineato che la priorità, oggi, deve essere “collegare strettamente l’accesso al corso di laurea con le specializzazioni”. In altri termini, bisogna fare in modo che chi comincia a studiare Medicina abbia la certezza di poter, poi, completare il ciclo diventando specialista nelle discipline tradizionali, o in Medicina generale”.

“Ai giovani che si iscrivono a medicina infatti vengono richiesti anni di sforzi e di dedizione – aggiunge –. Bisogna essere seri nei loro confronti facendo in modo che tutti alla fine abbiano le competenze e i titoli per poter inserirsi nel mondo del lavoro”. Inoltre, secondo il presidente Enpam, un medico laureato, non dotato di specializzazione, deve comunque poter lavorare mentre completa il ciclo di studio specialistico.

“Dal corso di laurea deve uscire un medico operativo”.

I nostri medici, evidenzia Oliveti, “hanno sbocchi anche in altri ambiti e non tutti necessariamente all’interno del Servizio sanitario nazionale italiano. Il settore privato deve poter contare su risorse dedicate, contribuendo inoltre a formarle, per una giusta competizione con il pubblico”.

Nel caso degli odontoiatri – ha aggiunto il vertice Enpam – il problema è diverso rispetto ai medici, ma è sempre legato alle prospettive di lavoro. I laureati in Odontoiatria completano i loro studi di sei anni ma alla fine il titolo non consente di accedere ai concorsi per il Ssn. Ciò a causa di una normativa che risale a quando il corso di laurea specifico non esisteva. “Bene ha fatto, dunque, il presidente della Commissione Albo Odontoiatri – conclude Oliveti – a sollecitare l’eliminazione del titolo di specializzazione per l’accesso all’odontoiatria pubblica”.

 

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