Accertato che la donna, rimasta paraplegica dopo un incidente in moto, non fosse alla guida del mezzo al momento del sinistro, causato dal compagno alla guida; in suo favore la compagnia assicuratrice dovrà versare circa due milioni di euro

Ammonta a circa due milioni di euro il risarcimento disposto dal Tribunale di Milano a una ristoratrice di 36 anni rimasta paraplegica dopo un incidente in moto nel maggio del 2013.

Come ricostruisce l’Arena, la donna era in sella alla sua due ruote, guidata dal compagno, quando una manovra azzardata da parte di quest’ultimo durante un sorpasso aveva portato il mezzo a scontrarsi frontalmente con un’automobile.

In conseguenza del violento impatto, la moto aveva prese fuoco volando sopra un’altra vettura, incendiatasi anch’essa; i due passeggeri erano stati sbalzati a diversi metri di distanza e la donna aveva riportato gravi menomazioni.

La compagnia assicuratrice non aveva accolto la richiesta di risarcimento della vittima, ritenendo non provato chi fosse alla guida del mezzo al momento del sinistro. Laddove fosse stata alla guida, infatti, la motociclista non avrebbe avuto diritto ad alcun ristoro, in quanto responsabile dell’incidente.

Da lì l’avvio di un’azione giudiziaria che ha portato il Giudice civile a condannare l’Assicurazione.

Le consulenze tecniche, messe a confronto con il tipo di lesioni riportate dai due motociclisti, hanno consentito di ricostruire la posizione dei corpi dopo l’incidente, e le testimonianze dei soccorritori e degli automobilisti coinvolti hanno poi ulteriormente confermato che alla guida della moto non c’era la donna, ma il compagno.

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