È stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale il decreto che stabilisce che si andrà in pensione a 67 anni a partire del 2019

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che consentirà di andare in pensione a 67 anni a partire dal 2019. Con questa decisione, si adeguano i requisiti per andare in pensione agli incrementi della speranza di vita.
Con tale scelta, si pone fine alle polemiche e alle trattative che l’avevano preceduta. È quindi ufficiale, si andrà in pensione a 67 anni a partire dal 2019. Il rialzo dei cinque mesi in base alle aspettative di vita con la pubblicazione di ieri sulla Gazzetta ufficiale del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 5 dicembre è, quindi, già in vigore.

Che cosa cambierà, dunque?

Il decreto, recante l'”Adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita”, innalza di 5 mesi i requisiti richiesti per le varie forme di pensionamento.
Attualmente, per la pensione di vecchiaia è richiesta agli uomini un’età di 66 anni e 7 mesi. Lo stesso vale per le donne dipendenti del settore pubblico.
Quanto alle lavoratrici del privato sono richiesti 65 anni e 7 mesi e alle lavoratrici autonome 66 anni e 1 mese.
Il minimo anagrafico di 66 anni e 7 mesi per tutti, scatterà a partire dal 2018.

Dal 2019 (e per il biennio 2019-2020), per tutti saranno necessari 67 anni di età per uscire dal lavoro.

L’adeguamento a 67 anni anche per pensione anticipata e assegni sociali incide anche sulle altre tipologie di pensioni.
In particolare, su quella anticipata. Su questa, fa salire gli attuali 42 anni e 10 mesi per gli uomini a 43 anni e 3 mesi, e gli attuali 41 anni e 10 mesi per le donne a 42 anni e 3 mesi.
Su coloro che hanno versato almeno 1 anno di contributi prima di compiere 19 anni, inciderà nel senso che necessiteranno di 41 anni e 5 mesi.
Ripercussioni anche sugli usuranti, per via del ritocco all’insù delle quote dello 0,4%. Modifica che porterà la quota minima (oggi a 97,6) a 98.
Infine, sull’assegno sociale. Questo già nel 2018 sale a 66 anni e 7 mesi (rispetto agli odierni 65 anni e 7 mesi) e che dal 2019 potrà essere percepito a 67 anni.
 
 
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