Le misure legislative e amministrative finora adottate dal nostro Paese non sono bastate a risolvere il problema. Trascorsi due mesi potrebbe scattare il deferimento alla Corte di Giustizia UE

Adottare azioni appropriate contro l’emissione di PM10 al fine di garantire una buona qualità dell’aria e salvaguardare la salute pubblica. Dopo la lettera di costituzione in mora inviata  nel giugno 2016, la Commissione Europea invita l’Italia ad attivarsi entro due mesi per risolvere il problema dei livelli persistentemente elevati di polveri sottili; trascorso tale termine, il caso relativo al nostro Paese potrà essere deferito alla Corte di giustizia dell’UE.
In Italia l’inquinamento da PM10 è causato principalmente da emissioni connesse al consumo di energia elettrica e al riscaldamento, ai trasporti, all’industria e all’agricoltura. Ogni anno provoca nel paese più di 66 000 morti premature, rendendo l’Italia lo Stato membro più colpito, secondo le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), in termini di mortalità connessa al particolato.
La Commissione precisa che si tratta di un ultimo avvertimento riguardante 30 zone di qualità dell’aria in tutto il territorio italiano in cui dal 1° gennaio 2005, data dell’entrata in vigore dei valori limite giornalieri di polveri sottili in sospensione (PM10), si sono registrati dei superamenti. Una precedente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea aveva già ritenuto l’Italia responsabile della violazione della legislazione UE pertinente per gli anni 2006 e 2007.
Per quanto riguarda il valore limite giornaliero, le 30 zone interessate sono situate nelle seguenti regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia. L’avvertimento si riferisce inoltre ai superamenti del valore limite annuale in 9 zone: Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, due zone della Pianura padana lombarda, Torino e Valle del Sacco (Lazio).
In caso di superamento dei valori limite, gli Stati membri sono tenuti ad adottare e attuare piani per la qualità dell’aria che stabiliscano misure atte a porvi rimedio nel più breve tempo possibile. Le misure legislative e amministrative finora adottate dall’Italia non sono bastate a risolvere il problema.

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