Si dichiaravano indigenti per ottenere il reddito di cittadinanza, ma in realtà percepivano provvidenze comunitarie previste dalla politica agricola comune quali imprenditori agricoli per decine di migliaia di euro

Trentasei persone sono state scoperte dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale Enna e segnalate alla locale Procura della Repubblica in quanto, a seguito di una preliminare analisi di rischio condotta a largo raggio nei riguardi di 7.600 beneficiari di contributi dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA), sono risultati essere percettori della misura del reddito di cittadinanza, pur non versando nelle condizioni reddituali e patrimoniali richieste per ottenere il sussidio.

Il reddito di cittadinanza spetta unicamente in presenza di stringenti requisiti, autocertificati dal richiedente e volti a dimostrare non solo la propria condizione di difficoltà, ma anche quella dei componenti il nucleo familiare di riferimento.

In effetti – specificano i baschi verdi in una nota – sebbene gli aiuti all’agricoltura a favore degli imprenditori del settore primario non formino oggetto di dichiarazione ai fini fiscali, lo stesso non vale per la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) ai fini del rilascio dell’attestazione ISEE la quale contiene le informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimoniale necessarie a descrivere la situazione economica complessiva riferita all’intero nucleo familiare del richiedente.

Così nella lista delle posizioni irregolari sono finiti 36 imprenditori della provincia di Enna con situazioni economiche non marginali e già percettori di contributi comunitari erogati dalla P.A.C. (Politica Agricola Comune) i quali “omettevano scientemente di indicare tali provvidenze attingendo così al reddito di cittadinanza non di spettanza”.

Gli indebiti percettori del beneficio economico, in alcuni casi arrivavano a ottenere anche importi di sussidio di cittadinanza pari a 1.200 euro mensili. Ora rischiano la reclusione da due a sei anni per violazione all’art. 7, comma 1, del D.L. 4/2019 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n. 26.

Nel contempo, sono state immediatamente avviate le operazioni per la revoca/decadenza del beneficio ed il recupero dell’indebito, di competenza dell’I.N.P.S. quantificato allo stato complessivamente in oltre duecentomila euro.

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