Le nuove regole per completare la riforma dell’imposta comunitaria sono state illustrate dalla Commissione europea.
È in arrivo la riforma comunitaria Iva illustrata da un pacchetto di norme proposte dalla Commissione europea.
In base alle nuove regole, sarà compito del venditore applicare l’imposta sul valore aggiunto dovuta su una vendita di beni, ad un acquirente stabilito, in un altro Stato membro. Il tutto applicando l’aliquota dello stato membro di destinazione.
Quanto all’acquirente della merce, questi sarà responsabile dell’Iva solo nel caso in cui esso sia un soggetto passivo certificato.
A riportarlo è Italia Oggi, che ha illustrato i principi sui quali si fonda la riforma comunitaria Iva.
Scopo principale di questo pacchetto di norme è quello di andare verso la semplificazione dell’Iva, unitamente alla lotta alla frode fiscale, fenomeno pari a 50 miliardi di euro l’anno.
Attualmente, nel sistema dell’Iva gli scambi di beni fra imprese si compongono di due momenti.
Da un lato c’è una vendita in esenzione dall’Iva nello Stato membro di origine e dopo un acquisto sottoposto a imposta nello Stato membro di destinazione. Ebbene, con la riforma comunitaria Iva e le nuove norme che porta con sé, questa ripartizione artificiosa delle operazioni commerciali verrà meno.
Inoltre, secondo la Commissione UE, per semplificare ulteriormente questo passaggio alle nuove norme, è prevista la disposizione per tutti di un portale online chiamato “One-Stop-Shop”.
Questo sarà destinato a tutti gli operatori B2B dell’Ue e sarò aperto anche a imprese stabilite al di fuori dell’Unione che vogliano vendere ad altre imprese nell’Ue.
Questo consentirebbe di sostituire la necessità di registrarsi in ogni singolo stato membro in cui vogliono operare.
Quando la riforma sarà in vigore, le imprese dovranno nominare un rappresentante nell’area del mercato unico.
A questa figura saranno delegate le questioni di Iva per loro conto.
Quanto agli obblighi di comunicazione relativi al regime transitorio, questi ultimi non saranno, d’ora in avanti, necessari per lo scambio di beni.
Infine, in merito alla fatturazione relativa agli scambi europei, questa viene disciplinata dalle norme dello Stato membro del venditore.
Una mossa che, per la commissione UE, dovrebbe rendere il tutto molto meno oneroso.
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