In audizione al Senato, la FOFI boccia il nuovo testo approvato dalla Camera sulla riforma degli Ordini delle professioni sanitarie

Le rappresentanze degli Ordini delle professioni sanitarie sono state accolte ieri in audizione al Senato.
Oggetto dell’incontro il DdL “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute”.
La convocazione fa seguito alle lamentele di medici, farmacisti e veterinari derivanti dalle modifiche apportate al testo dalla Camera dei Deputati. Il provvedimento approvato al Senato, infatti, pur presentando alcuni elementi insoddisfacenti, era comunque un testo condiviso.
La Camera avrebbe invece completamente stravolto il provvedimento cancellando qualsiasi elemento di innovazione. Anche l’autonomia e l’operatività degli Ordini ne sarebbe uscita limitata.

Tra gli aspetti più critici rilevati dagli Ordini vi sarebbero quelli relativi alla deontologia e ai procedimenti disciplinari.

Per  Maurizio Pace, alla guida della delegazione della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, la norma aprirebbe a una situazione inconcepibile.
Nel testo è infatti previsto che il Codice deontologico debba essere approvato a maggioranza dai Consigli nazionali e poi recepito attraverso una delibera dagli Ordini Provinciali. Ma cosa accadrebbe se l’Ordine provinciale non lo recepisse. “Potrebbe votarne uno provinciale?” si chiede Pace.
Il Segretario FOFI segnala inoltre che il ricorso alla CCEPS, finora consentito soltanto per i provvedimenti disciplinari, nel nuovo testo appare possibile per tutti gli atti. In questo modo l’iscritto potrebbe appellarsi anche contro una delibera che riguarda un corso ECM paralizzando l’attività delle Federazioni.
La FOFI conferma quindi il suo giudizio di irricevibilità del testo così come modificato. Non si tratterebbe, infatti, secondo Pace, della riforma, auspicata. Al contrario, per il Segretario dei farmacisti, ci troveremmo di fronte a una serie di interventi che mortificano la funzione degli Ordini delle professioni sanitarie.
 
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