Anelli: con la riforma del 118 deve esserci ovunque un congruo numero di mezzi di soccorso avanzato con a bordo il medico, l’infermiere e l’autista soccorritore

La mozione presentata ieri in Senato da alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, che impegna il Governo a una riforma del 118, “va nella direzione delle istanze presentate congiuntamente nel luglio scorso dalla FNOMCeO, da Federconsumatori, dalla Società italiana sistema 118”. Non possiamo dunque che apprezzarla e condividerla appieno, nelle intenzioni e nel merito”. Così il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli.

Sono sette le linee d’azione previste dalla mozione  lungo le quali attuare la riforma del 118. Tra le principali, l’obbligo per le Regioni di “definire piante organiche medico-infermieristiche dedicate e di stabilire, per i vari territori, un numero complessivo di postazioni medicalizzate ed infermierizzate in grado di assicurare intervento di soccorso sanitario potenzialmente salvavita sui codici rossi, in grado, quindi, di effettuare diagnosi e terapia di emergenza nel rispetto degli standard temporali per area urbana ed extraurbana e, contestualmente, di effettuare la ricognizione di tutti i medici formalmente assegnati al Servizio di emergenza e urgenza territoriale, ma impiegati in strutture diverse da quella di assegnazione”.

E ancora il “doppio binario” per il numero di emergenza, con il mantenimento dell’accesso diretto al 118 accanto al numero unico 112 e l’‘introduzione di sistemi di geolocalizzazione del chiamante nelle centrali.

“È necessario dare uniformità al Sistema, ora estremamente frammentato sul territorio nazionale. In particolare – sottolinea Anelli – deve esserci ovunque un congruo numero di mezzi di soccorso avanzato con a bordo il medico, l’infermiere e l’autista soccorritore, pronti a lavorare in sinergia”.

“Oggi nelle diverse Regioni abbiamo le più variegate procedure e organizzazioni”.

“L’assistenza – conclude il presidente della FNOMCeO – deve invece essere uguale da Bolzano alla Sicilia. In qualunque posto si trovi, il paziente deve essere trattato nella miglior maniera e nel minor tempo per assicurargli una sopravvivenza di qualità. Questo significa concretizzare quella tutela dei diritti, alla salute, all’uguaglianza, che, come Ordine, siamo chiamati a garantire”.

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