La Federazione dei medici contro l’ipotesi di un aumento delle immatricolazioni nei dipartimenti di medicina. Anelli: risorse per diecimila borse ora
“Spostiamo le risorse destinate all’aumento degli accessi e utilizziamole per aumentare le borse, portandole a diecimila. Solo così non avremo, tra cinque anni, un Servizio sanitario nazionale senza medici”. Con questo appello la FNOMCeO risponde alle dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, rilasciate al quotidiano La Repubblica.
Il titolare del MIUR, infatti, ha fatto sapere che il prossimo anno il Governo ha intenzione di aprire le porte ad altre duemila matricole nei dipartimenti di medicina. Il tutto aumentando, anche le borse di specializzazione, ma tramite uno stanziamento di cento milioni. Una cifra che però, secondo la Federazione dei medici, potrebbe non essere comunque sufficiente ad evitare il collasso del sistema.
“Bisogna correre ai ripari, e bisogna farlo subito – afferma il Presidente FNOMCeO Filippo Anelli -. Noi la ricetta l’abbiamo data: diecimila borse ora, poi una riforma del sistema per cui a ogni laurea corrisponda una borsa”.
“Il Ministro Bussetti – continua – ha dichiarato che finalmente il Governo riuscirà ad allineare i nuovi contratti di formazione per gli specializzandi medici con il numero di laureati, e questa è cosa ottima. Bene, chiarisca le modalità con le quali intende farlo. A noi pare che aumentare il numero degli accessi in questo momento non sia una misura efficace, ma sia anzi deleteria”.
Secondo la Federazione, per avere medici completamente formati e pronti a prendere servizio ci vorranno undici anni. “E, per allora – sottolinea Anelli – l’emergenza causata dalla ‘gobba pensionistica’, l’ondata di colleghi che andranno in pensione nel 2025, sarà superata. Inoltre, non possiamo permetterci di avere, proprio nel momento di massima emergenza, oltre 21000 medici fermi nell’imbuto”.
Da qui l’appello al Ministro Bussetti, al Ministro della Salute Grillo e a tutto il Governo che sia fatta una programmazione attenta e lungimirante. Una programmazione che tenga conto non solo dell’oggi ma delle proiezioni a cinque e dieci anni. “Se siamo arrivati a questo punto – conclude il presidente FNOMCeO – è perché raccogliamo il frutto di politiche miopi del passato. Non commettiamo gli stessi errori, diamo un segnale di vero cambiamento!”.
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