A sorpresa, è stata emessa una sentenza pilota destinata a creare un precedente. Il riferimento è alla triste vicenda della morte di Vito Scafidi, il ragazzo morto per il crollo di un controsoffitto della scuola Darwin a Rivoli.
Il tribunale ha deciso per il riconoscimento di un risarcimento pari a due milioni di euro. Un risarcimento molto alto perchè “Scafidi è un emblema nella coscienza collettiva dell’insicurezza nell’edilizia scolastica”: ha spiegato il tribunale di Torino.
Il giudice civile Anna Castellino della 4 sezione civile per la prima volta riconosce un danno e un risarcimento che va oltre le tabelle normalmente utilizzate per quantificare i danni subiti dagli eredi dei deceduti, in particolare quelle del tribunale di Milano che già offre le cifre più alte sul territorio nazionale.
“La famiglia Scafidi non poteva essere risarcita come se il figlio fosse mancato in un investimento pedonale o per colpa di un errore medico” ha spiegato l’avvocato Renato Ambrosio dello studio Ambrosio e Commodo, che ha seguito la causa per la famiglia. A intentare causa contro la Provincia di Torino, ora città metropolitana, sono stati il padre di Vito e la sorella Paola, oltre ai nonni. La madre, Cinzia Caggiano, era rimasta parte civile nel processo penale e ora che ha ottenuto in Cassazione la condanna dei responsabili del crollo, comincerà anche lei un’azione civile. “La scelta della madre, e di tutta la famiglia e’ sempre stata improntata da una sola motivazione: non interessava loro avere dei soldi, ma cambiare le cose, lasciare delle tracce. Così è stato, in penale e ora in civile, e ora il Tribunale diTtorino ha seguito il nostro ragionamento: la morte di Vito non è uguale alle altre. Perché non si può morire in un’aula di scuola” agiungono gli avvocati. La sentenza di Torino riconosce un principio nuovo: il risarcimento del danno aggravato dalla condotta.
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