Il nostro Paese dovrà risarcire la famiglia di una bambina autistica alla quale, nel primo anno di scuola primaria, era stata interrotta l’assistenza specializzata di un insegnante di sostegno

L’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) a versare 2.520 euro a titolo di danno patrimoniale, 10mila euro per danni non patrimoniali e 4.175 euro per costi e spese, alla famiglia di una bambina autistica di Eboli alla quale era stato negato, per mancanza di fondi, il sostegno specializzato nei primi due anni di scuola elementare (2010-2012).

La piccola, nata nel 2024, aveva ricevuto, dal suo inserimento nella scuola materna, all’età di tre anni, un supporto didattico per 24 ore a settimana da un insegnante di sostegno, ai sensi della Legge n. 104 del 1992, al fine di migliorare la sua inclusione e socializzazione – a scuola e in classe – e anche la sua autonomia.

Tuttavia, questa assistenza specializzata era stata interrotta durante il suo primo anno di scuola primaria (2010-2011), al termine del quale la bimba aveva dovuto ripetere l’anno.

Per due volte, nell’agosto 2011 e nel gennaio 2012, i genitori della ragazza avevano chiesto al Comune di assicurarsi il ripristino del sostegno, ma senza esito. Erano stati quindi costretti, a provvedere privatamente affinché la figlia potesse ricevere il necessario supporto per l’apprendimento.

Nel novembre del 2015  la famiglia aveva adito la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e l’organo giudiziario, nelle scorse ore ha ritenuto di accogliere le istanze presentate, ravviando all’unanimità una violazione dell’articolo 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione europea sull’essere umano.

La Corte ha infatti riscontrato che giovane non aveva potuto continuare a frequentare la scuola primaria in modo equivalente agli altri bambini per via della sua disabilità. Una discriminazione tanto più grave in quanto realizzatasi nel contesto dell’istruzione primaria, la prima esperienza di convivenza in una Comunità e, dunque, momento fondamentale per l’educazione e l’integrazione sociale della bambina.

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