Dissenso della Federazione dei medici di famiglia sul provvedimento regionale per la stabilizzazione dei precari operanti nei servizi di emergenza 118

“Siamo al fianco dei giovani medici siciliani che protestano per non veder schiacciato da un colpo di mano tutto il lavoro fatto per costruire il proprio futuro. Il tema della stabilizzazione dei precari è cruciale, ma non deve e non può essere risolto con provvedimenti regionali che non hanno alcuna coerenza con la legislazione nazionale ed europea”.

Così il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, sulla recente pubblicazione, in Sicilia, del decreto regionale “Misure per il superamento del precariato del personale Medico sostituto operante nei servizi di emergenza 118”. Il provvedimento dispone che i medici che abbiano conseguito l’attestato EST (emergenza su territorio), possono accedere in sovrannumero al corso di Formazione Specifica in Medicina Generale. Il tutto senza superare alcun concorso. E’ sufficiente, infatti, che alla pubblicazione del decreto abbiano accumulato almeno 18 mesi di attività come sostituti del 118.

Una misura che per la Fimmg,  “rischia di far saltare tutto il lavoro svolto per l’aumento della copertura finanziaria utile alla formazione in medicina generale e la regolamentazione dell’accesso al corso di formazione”.

Una ‘scorciatoia inaccettabile’ che alla lunga “può solo danneggiare la funzionalità della medicina generale e, a pioggia, la qualità dell’assistenza erogata ai cittadini anche dagli stessi servizi di emergenza”.

“Proviamo ad immaginare – afferma Scotti – un medico del 118 che sia impegnato in un corso a tempo
pieno di 38 ore settimanali mentre ne svolge altre 38 ore in attività assistenziali di tale delicatezza, pura follia. Inoltre, viste le dichiarazioni dell’assessore Razza crediamo criminale piuttosto affermare, come lui ha fatto a mezzo
Facebook, che l’accesso ad un corso in soprannumero e il conseguente conseguimento di un diploma possa essere limitato ad una sola delle attività che rientrano nell’area della medicina generale, quella della emergenza,  mostrando che evidentemente ignora le più elementari norme sul valore dei titoli di studio per l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale e lo stesso Accordo Collettivo Nazionale per la Medicina Generale”.

“Con questo sistema – aggiunge il segretario Fimmg – si trasforma l’attività svolta per il 118 in un salvacondotto. Basterebbe ultimare il corso per essere in possesso del diploma di medicina generale, che per norme italiane ed europee consente di entrare in graduatoria sia nell’emergenza che nella medicina generale e della continuità assistenziale. E’ evidente che in questo modo si rischierebbe da un lato di sguarnire il 118, vista la presumibile “migrazione” verso la medicina generale,  ma anche e soprattutto di danneggiare quei giovani medici che il concorso lo hanno vinto e che si vedrebbero scavalcati”.

Scotti ribadisce l’importanza di lavorare alla stabilizzazione dei precari, tema che “si sta affrontando in sede di Contratto collettivo nazionale e di concerto con il Ministero della Salute che mi pare sia ancora il soggetto competente”. A tal proposito la Federazione esprime ancora maggiore preoccupazione in assenza di un intervento del Ministro Grillo su tale questione “visto che queste appaiono le premesse ad una regionalizzazione spinta che qualcuno vorrebbe, al punto di legiferare su temi di non competenza regionale.

“L’attività svolta nel 118 – conclude Scotti – può ed è certamente importante e formativa ma non certo per le competenze della medicina di famiglia e tantomeno può essere un passaporto privilegiato che aggiri il merito”.

 

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