Questa l’esortazione del presidente ANAC ai chirurghi ospedalieri per far fronte a episodi che configurano il reato di frode in fornitura pubblica

Il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffale Cantone, si è confrontato con i medici e i chirurghi dell’Acoi in relazione al rischio di utilizzo di strumenti di scarsa qualità nelle sale operatorie italiane.

L’Associazione dei Chirurghi Ospedalieri Italiani, in particolare, lamenta il mancato coinvolgimento di professionisti nelle gare di acquisto di tali strumenti.

Cantone, intervenendo all’incontro incentrato su “Sfide, valori, qualità, rischi e sostenibilità della Chirurgia in Italia”, ha sottolineato come, in generale, “abbiamo un servizio sanitario di cui possiamo farci vanto”, ma se un bisturi non taglia bisogna denunciare il problema.

Questa l’esortazione del presidente ANAC a fronte di fatti “che si configurano come frode in fornitura pubblica”. Con denunce specifiche, infatti, è più facile intervenire.

I chirurghi, dal loro canto, chiedono un maggiore coinvolgimento nella scelta degli strumenti che dovranno usare in prima persona. “Noi vogliamo essere parte attiva del sistema sanitario e non solo meri operatori – ha affermato Diego Piazza, presidente dell’Acoi – Attraverso Consip stiamo già dando il nostro contributo sugli acquisti centralizzati, perché limitarci a denunciare il mal funzionamento non basta: dobbiamo prevenire affinché non ci siano più errori negli appalti di acquisto. I presidi chirurgici che non funzionano, come bisturi o suturatrici, mettono a rischio la vita del paziente e la stessa incolumità del medico”.

“Consip ha generato per il sistema sanitario più di un miliardo di risparmi, dai farmaci alle tac, dai letti al riscaldamenti, dalle mense alle lavanderie – ha confermato l’Amministratore delegato della Centrale unica per gli acquisti della PA, Luigi Marroni –  Si centralizza, ma cercando di tener conto delle esigenze specifiche. Con gare che, pur nella loro dimensione, possano venire incontro alle esigenze di tutti. Questo è possibile grazie alla collaborazione con le società scientifiche”.

La posizione dell’Acoi ha trovato l’appoggio del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenuta a chiusura dei lavori del convegno: “Non dobbiamo abbandonarci alla burocrazia, ad approcci ragionieristici. Serve un mix di qualità ed efficienza, un metodo di lavoro condiviso per intercettare l’innovazione e saperlo usare a beneficio dei pazienti senza mandare in default il sistema”.

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui